Dopo il video-arringa di Beppe Grillo in cui prende le difese del figlio indagato per stupro, parla Cristina Pozzi. La donna perse i genitori e il fratello nell’incidente per il quale il garante del MoVimento 5 Stelle è stato condannato per omicidio plurimo. Era il 1981 e il comico era all’apice del suo successo. Quel giorno era ospite di un amico di infanzia in una villa in montagna a Limone Piemonte. Dopo pranzo, insisté per raggiungere i 3mila metri di quota con la Jeep che aveva fatto arrivare dall’America. Ci fu però un terribile incidente da cui si salvò solo lui, aprendo la portiera e lanciandosi sulla strada mentre la Jeep proseguiva la sua folle corsa precipitando poi in un burrone. Beppe Grillo fu condannato ad un anno e due mesi di carcere, con sospensione della patente di guida per lo stesso periodo di tempo, pena poi condonata in quanto incensurato. La piccola Cristina, figlia della coppia rimasta uccisa, fu poi adottata dalla zia.
Ora ha deciso di parlare a Il Giornale dopo aver sentito Beppe Grillo dire: «Arrestate me, invece che mio figlio Ciro». Una frase che ha fatto scattare la donna, in quanto in realtà il comico non si è fatto neppure un giorno di carcere per quella vicenda: «La cattiveria del Grillo uomo, che ha distrutto la mia infanzia e la mia gioventù ora non mi fanno più paura».
“MIA FAMIGLIA MORTA PER COLPA DI BEPPE GRILLO”
Cristina Pozzi ricorda bene quel giorno, era il 21 dicembre 1981. Lei rimase a casa a giocare, non rivedendo più la sua famiglia. «Beppe Grillo ha ucciso la mia famiglia. Lui si è salvato, la mia famiglia è morta per colpa sua», dice a Il Giornale. Parla anche la zia, Maura Quartapelle, che in quella tragedia perse sorella, cognato e nipotino di 9 anni. «Non ci fecero vedere neanche i cadaveri. Ci misero due giorni e due notti per ritrovare il mio nipotino: era incastrato, a pezzi, sotto la jeep. E dire che era proprio a fianco di Grillo». La zia è durissima contro il comico: «Sarebbe bastato allungare una mano e l’avrebbe salvato. Mio cognato Renzo Giberti lo trovarono con mezzo cervello fuori, come mia sorella, che mi dissero, era completamente irriconoscibile». Quando arrivò sul posto, il giorno dopo, Beppe Grillo era già andato via. «Neanche una parola, una scusa: niente. Non venne neanche ai funerali a Genova e mentre sui giornali dell’epoca si diceva distrutto, dopo neanche un mese dalla morte di tre persone aveva già ripreso gli spettacoli nei teatri».
Cristina Pozzi, rimasta orfana a 7 anni, rivela di aver cercato il comico per farsi raccontare gli ultimi attimi di vita dei genitori e provare a ritrovare pace, sperava magari di ricevere le sue scuse. Ora rilancia: «Ogni volta che lo vedo in televisione o lo sento parlare vedo un uomo – condannato dal tribunale per l’omicidio dei miei familiari – che non ha scontato neanche un giorno di galera. Adesso chiede di essere arrestato al posto del figlio? Bene: è ora che paghi la sua condanna. Sta vivendo la condanna della vita: perché prima o poi la vita ti presenta il conto e non c’è coscienza che possa sfuggire».