S’intitola Malifesto il nuovo album di Malika Ayane, cantautrice e musicista originaria di Milano ospite oggi a Felicissima sera. Probabilmente, nel corso della serata, Malika avrà modo di esibirsi e di parlare (anche) della sua musica, oltre evidentemente a lasciarsi sorprendere da Pio e Amedeo che avranno sicuramente architettato qualcosa per coinvolgerla nei loro sketch. Intanto, Malika si gode il successo di Malifesto e del singolo che l’accompagna, Ti piaci così, presentato allo scorso Festival di Sanremo ottenendo un buon riscontro soprattutto presso la critica. Il brano più rappresentativo del suo ultimo progetto musicale è proprio Ti piaci così, “perché è il brano che ha dato origine a tutto”. Racconta Malika: “È venuto fuori con spontaneità e con un senso di grande liberazione, senza fare troppi pensieri. Non sapevo che avrei fatto un disco, né che sarebbe arrivata una pandemia, non sapevo assolutamente nulla. È stato un canalizzare emozioni senza nessun fine, e quando succede è una grande fortuna”.
Malika Ayane: “Così ho evitato di perdere il controllo”
Nell’intervista pubblicata il 25 marzo su Billboard, Malika Ayane si espressa su uno dei temi più ricorrenti nei suoi nuovi brani, quello della ‘perdita del controllo’. La domanda è: lei il controllo lo ha mai perso? “Sono riuscita a non permetterlo. Tenendomi insieme, non so come, e lasciando l’emotività al di fuori di me. Infatti ho ascoltato poca musica e ho studiato tanto. Volevo tenere il cervello concentrato su cose pratiche per evitare, essendo una persona molto sensibile, di perdere il controllo. Non so come nei sarei venuta fuori. Tenere il controllo è stata la ricetta. Poi sono andata al mare e non ho più risposto di me, come una specie di selvaggia”.
Malika Ayane racconta le sue sperimentazioni
L’equilibrio, alla fine, Malika Ayane lo ha ritrovato. Questo traspare soprattutto dalle sue canzoni, sempre dolci e allo stesso tempo impegnate. Malika sperimenta, ma il suo stile è inconfondibile: “Io ho sempre cercato di cambiare genere, anche se poi per fortuna pop vuol dire un sacco di cose e nessuna allo stesso tempo. Ho avuto la fortuna di non fare mai un disco uguale all’altro e di inserire tutte le influenze che volevo. Mi è stata data grande fiducia. Alcuni brani poi sono diventati davvero conosciuti. Ieri passavo per strada e c’erano due ragazze, piccole, che ascoltavano Senza fare sul serio sul cellulare, come se sentissero un reperto archeologico (ride, n.d.r.). È stato bello vedere come quel brano abbia resistito al tempo, io non me l’aspettavo. Il pubblico si allarga da solo quando le canzoni seguono la propria storia”.