La giovane Anastasiya Kylemnyk è stata sentita nel processo per l’omicidio del fidanzato Luca Sacchi avvenuto a Roma la notte tra il 23 ed il 24 ottobre 2019. La ragazza è tra i cinque imputati ed è accusata del tentativo di vendita di una ingente quantità di droga ma è al tempo stesso anche parte lesa per le ferite riportate. Nel corso dell’interrogatorio Anastasiya ha ricostruito uno dei principali passaggi della sera del delitto di Luca, asserendo: “Volevo solo proteggere Luca e me per paura che Princi ci coinvolgesse in questa storia, temevo che avesse messo qualcosa nella mia macchina”. Secondo il suo racconto, Princi disse loro solo che quella sera avrebbe dovuto fare “un impiccetto con la moto”, senza aggiungere ulteriori dettagli. Quindi ha proseguito: “Mi chiese di tenergli una busta, ma forse solo perché avevo lo zainetto capiente”. Si trattava di una busta di pane arrotolata, grande quanto una mano: “Mi mise questo pacco nello zaino ma io e Luca neanche lo toccammo. Non gli diedi importanza”, ha aggiunto.
Il racconto di quella sera continua nei minimi dettagli ed è sempre Anastasiya a rispondere al pm raccontando del momento in cui Princi, insieme ad altre due persone (Piromalli e Rispoli) venne loro incontro, le fece cenno e lei gli portò lo zaino, ma non solo la busta. Questo perchè, ha spiegato, “Mi fidavo di Princi per come ci conoscevamo”, ammettendo poi la presenza ancora oggi di vuoti di memoria. Dello zaino però nella denuncia non fece alcun cenno se non durante l’interrogatorio di garanzia: “Ero spaventata per Luca, pensavo solo a lui”, si è giustificata la ragazza in aula. Lo zaino le fu poi restituito ma vuoto.
OMICIDIO LUCA SACCHI: IL RACCONTO DI ANASTASIYA IN AULA
Il racconto della giovane 26enne, fidanzata di Luca Sacchi, si è poi concentrato sui momenti più drammatici di quella sera: “A un certo punto sentii come una forte compressione alla testa, non proprio dolore, lì per lì non capii, mi chinai in avanti toccandomi la nuca, poi sentii “dammi sto zaino”. Allargai le braccia per farglielo sfilare più facilmente, ero a terra, mi rialzai girandomi verso sinistra e non vidi più nessuno”. Solo in quel momento vide le gambe di Luca ma proprio mentre è chiamata a spiegare la posizione del corpo del giovane Anastasiya è stata travolta dalle lacrime e l’udienza interrotta per qualche istante. Dopo la ripresa, la ragazza ha proseguito: “Pensavo fosse svenuto. Provai a rimetterlo dritto, pensavo fosse caduto per i suoi problemi alla schiena, gli misi la mano sotto la testa e sentii un liquido molto caldo”. A quel punto si rese conto della sua mano insanguinata: “Urlavo forte, ma non c’era più nessuno vicino a me”. Mentre tentava di tamponargli la ferita, “era ancora vivo”, ha riferito, prima dell’arrivo dell’ambulanza.