Il professor Andrea Crisanti, direttore di Microbiologia e Virologia dell’Università di Padova, è intervenuto in data odierna a “Un Giorno da Pecora”, contenitore radiofonico di Rai Radio 1, in qualità di ospite, commentando la situazione connessa alle riaperture e affermando che “no, da lunedì non andrò al ristorante, perché sono convinto che sia sbagliato, non voglio dare il cattivo esempio. Io penso che ai ristoratori bisognerebbe dare esattamente quello che hanno dichiarato nelle tasse, lira per lira”.
La posizione di Crisanti, peraltro, non è affatto inedita, tanto da essere emersa nei giorni precedenti in numerosi programmi televisivi, nei quali l’esperto ha puntualmente dichiarato la propria contrarietà alle riaperture decretate dal Governo, aggiungendo quest’oggi che anche le temperature più miti non potranno essere una garanzia di diminuzione del numero di contagi: “Non facciamoci illusioni sulla temperatura: il Brasile ha una temperatura media di 26 gradi e Israele, lo scorso anno, è andata in lockdown ad agosto”.
CRISANTI: “AVREMO NUOVI MORTI”
I rischi delle riaperture, secondo Andrea Crisanti, intervenuto a “Un Giorno da Pecora” su Rai Radio1 sono connessi alle vittime: “Se noi continuassimo a stare nella situazione attuale, in un mese il numero dei casi diminuirebbe a poche migliaia e avremmo una drastica riduzione dei morti, che passerebbero a essere poche decine al dì. Con le riaperture c’è la possibilità che il numero dei morti aumenti, arrivando anche a 5-600 al giorno”. Pertanto, con la decisione assunta dal Governo Draghi dopo avere analizzato lo scenario attuale e le sue possibili evoluzioni future, è di rischio: “Ci sono persone che muoiono – ha affermato Crisanti –. Inoltre, la maggior parte delle persone non muore in terapia intensiva, ma vigile e in condizioni di asfissia: una morte orribile, bisogna cominciare a dire anche queste cose”.