Yoon Yeo-Jeong è candidata agli Oscar 2021 nella categoria “Miglior attrice non protagonista” per il film Minari. L’interprete, origini sudcoreane, nasce a Kaesong nel 1947. Il suo esordio nel mondo attoriale risale a 1966, a seguito della partecipazione ad un’audizione per l’emittente TBC che ebbe esito positivo. All’epoca studiava presso l’università di Seul, ma decise di mettere da parte gli studi proprio per dedicarsi alla sua grande passione per la recitazione. Agli inizi degli anni Settanta le vennero assegnati due ruoli di femme fatale, tali da consentirle di ottenere un buon riscontro da parte del pubblico della madrepatria. La caratteristica principale di Yoon Yeo-Jeong, che le ha consentito di imporsi positivamente sulla scena del panorama cinematografico, è la sua lontananza dai canoni di bellezza e di recitazione tipici del mondo dell’intrattenimento della Corea degli anni Settanta. Proprio per questo motivo le fu particolarmente facile ottenere il simbolo di donna moderna appartenente ad una nuova generazione di attrici. Quando raggiunse l’apice del successo, e a seguito del matrimonio del 1975, poi conclusosi con il divorzio nel 1987, decise di ritirarsi dalle scene trasferendosi negli Stati Uniti. In Occidente la sua fama è stata resa possibile soprattutto all’interpretazione in Minari.
Yoon Yeo-Jeong: sarà la miglior attrice non protagonista agli Oscar 2021?
Nel film con cui si è aggiudicata la nomination come miglior attrice non protagonista per gli Oscar 2021, Yoon Yeo-Jeong interpreta il ruolo di una nonna stravagante. Proprio grazie a questa interpretazione, l’asiatica ha ottenuto lo Screen Actors Guild Award come miglior attrice non protagonista e il premio BAFTA. Il titolo della pellicola è appunto Minari, ovvero una pianta acquatica coreana dal sapore piuttosto deciso che può essere impiegata in cucina servendolo sia cotto che crudo. La sua caratteristica fondamentale è quella di crescere anche nelle zone inquinate, ma di riuscire a depurare, con un potere al limite della magia, le acque e i terreni su cui mette radici. Forse è proprio il potere salvifico di questa pianta che ha ispirato il regista Isaac Lee Chung che, in passato, si è dedicato soprattutto a documentari impegnati che narravano la storia degli altri.
Il regista stesso ha dichiarato che, all’inizio della sua carriera, il desiderio era quello di narrare ciò che succedeva in Ruanda e in Cina. Da qui la decisione di realizzare dei documentari che avessero un certo tipo di ambientazione. Tuttavia, proprio quando Isaac Lee Chung aveva intenzione di cambiare vita e di trovare un lavoro più solido per garantire maggiore stabilità a sé stesso e alla sua famiglia, è stato colto dall’ispirazione di raccontare una storia personale: da qui nasce Minari. Il film non è altro che una storia di contadini dell’Arkansans che apparentemente, anche in base alle iniziali riflessioni del regista, aveva tutte le caratteristiche per essere recepita come noiosa e poco accattivante. Il lavoro successivo è stato quello di fare di tutto per rendere questa narrazione divertente e poter affascinare il pubblico.
Yoon Yeo-Jeong, il suo ruolo in Minari
Yoon Yeo-Jeong ammette che il ruolo della nonna nel film Minari è molto importante se non addirittura cruciale. Nella trama Yoon Yeo-Jeong, o sarebbe meglio dire nonna Soonjia, arriva dalla Corea del Sud fino agli Stati Uniti e questo evento scatenante sarà in grado di ribaltare gli equilibri familiari. Il ruolo della nonna è quello di creare, metaforicamente, un ponte tra le tradizioni e la cultura del Sud Corea e gli Stati Uniti. Per farlo utilizzerà una pianta, il Minari, che necessita di pochissima cura per poter crescere rigoglioso. Proprio come ha ammesso Yeo Jeong Yoon il Minari è simbolo di speranza e di una nuova rinascita: i bambini che crescono, in un paese diverso da quello dei genitori, ma comunque fortemente legati alle loro origini.