Il Decreto Riaperture entrerà in vigore da domani ma è continua ad essere oggetto di forte sconto all’interno del Governo sul tema non risolto del coprifuoco: nel giorno della Liberazione, la Lega ha organizzato una raccolta firme online per chiedere di interrompere la norma che limita gli spostamenti nazionali tra le 22 e le 5, dando seguito alla promessa fatta dopo il Consiglio dei Ministri “elettrico” della scorsa settimana. «Noi, donne e uomini liberi d’Italia, chiediamo la cancellazione dell’insensato coprifuoco e la riapertura di tutte le attività nelle zone (gialle o bianche) in cui il virus sia sotto controllo», rilancia Matteo Salvini per la raccolta firme che ha fatto letteralmente imbestialire il Partito Democratico.
Già stamane la Ministra degli Affari Regionali Mariastella Gelmini, intervistata dal Messaggero, aveva anticipato un nuovo capitolo di confronto sul coprifuoco dal prossimo 15 maggio: «C’è stata qualche polemica sul coprifuoco e sulla difficoltà per i ristoratori ad erogare i propri servizi la sera. Ma voglio chiarire un punto: chi va a cena fuori può stare tranquillamente seduto al tavolo fino alle 22 e poi, una volta uscito dal locale, far ritorno a casa senza alcun rischio di ricevere sanzioni». Nell’area di Centrosinistra del Governo però l’uscita della Gelmini non è piaciuta, tanto che il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia (M5s) ha tuonato «La legge e la circolare del Viminale sono chiari. Il ritorno a casa è previsto proprio alle 22, anche per chi cena all’aperto: se c’è qualcosa da dire sugli aspetti di sicurezza non è il caso lo faccia la ministra degli Affari regionali». Lo stesso Ministro della Salute Roberto Speranza difende il coprifuoco alle 22 e spiega a “Domenica In” «Noi vogliamo procedere un poco alla volta, l’orario delle 22 consente di ridurre la mobilità ed è una scelta che i nostri tecnici, i nostri scienziati e il Governo hanno inteso operare. Nessuno si diverte a fare le restrizioni». Alla fine a “risolvere” la contesa ci ha pensato il coordinatore Cts Franco Locatelli che a “Mezz’ora in più” ha spiegato che la verifica sul coprifuoco arriverà effettivamente entro il 15 maggio, «È il tempo minimo per vedere che impatto hanno sulla curva epidemiologica una serie di scelte che hanno avuto il merito di tutelare la salute pubblica e venire incontro al disagio sociale e alla sofferenza economica».
“Metà maggio tempo minimo per capire che impatto avranno sulla curva dei contagi scelte sulle riaperture” #Locatelli #mezzorainpiù @RaiTre pic.twitter.com/PzdLWb5aCE
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LO SCONTRO PD-LEGA
Ma è poi nel pomeriggio della domenica che si assiste al culmine dello scontro politico sulla misura del coprifuoco e anche sull’emergenza immigrazione “riaffiorata” sulle cronache nazionale dopo la tragedia al largo delle coste libiche: «La mia tesi è molto semplice, alcune questioni non sono negoziabili. I voti si possono ritrovare, ma se si perde la dignità non si ritrova più. Noi leghiamo questi temi all’immigrazione, ma lasciar morire persone in mare è contro la legge del mare, a prescindere dal fatto che siano immigrati», spiega il segretario del Pd Enrico Letta, intervistato a “Mezz’ora in più”. L’ex Premier aggiunge poi «Alcune questioni non sono negoziabili. E’ disposto a rischiare uno scrollone nella maggioranza? Mi auguro che tutti siano cambiati in questi anni e che a nessuno venga l’idea di fare propaganda sulla pelle delle persone che muoiono in mare. Spero che Salvini abbia cambiato posizione? Che vuole le dica, andiamo a vedere come stanno le cose e poi ragioniamo. Non è solo una questione solo italiana, è un tema di livello europeo». Tornando al coprifuoco, arriva la stoccata che risuona come una minaccia (politica): «Voglio che questo governo vada avanti fino alla fine della legislatura, ma è successo una sola volta e non deve succedere più che un partito dentro la maggioranza non voti come la maggioranza». Il riferimento è all’astensione maturata dalla Lega nell’ultimo Cdm sul Dl Riaperture, con Letta che ribadisce «Se la Lega non vuole stare al governo non stia al governo. Oggi Salvini sta partecipando a una raccolta firme contro il coprifuoco che il governo, di cui lui fa parte, ha deciso. […] Noi siamo dentro questa maggioranza per il bene dell’Italia e convintamente andiamo avanti, il nostro giudizio su Draghi è positivo e lo sosteniamo ma è evidente che questa è una maggioranza straordinaria, alle elezioni andremo divisi. Se verranno varcate delle linee rosse la nostra durezza sarà a prova di diamante». A stretto giro arriva la replica del Carroccio con l’intervento sui social del segretario Matteo Salvini, «Il segretario del Pd Letta non si fida degli Italiani e li vuole tenere ancora chiusi in casa. Io mi fido degli Italiani e vorrei che tornassero a vivere, lavorare, sorridere. No al coprifuoco», aggiungendo poi in un tweet successivo «TG scandalizzati: migliaia di Italiani, con mascherina e prudenza, osano uscire e godersi il sole, con figli e amici. Ma basta con questo terrorismo, viva la Vita e la Libertà!».
“Voglio che questo governo vada avanti fino alla fine della legislatura, ma è successo una sola volta e non deve succedere più che un partito dentro la maggioranza non voti come la maggioranza” @EnricoLetta #Letta #mezzorainpiù pic.twitter.com/JrtUhbwnqh
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Ma quanti siete a twittare #nocoprifuoco?
Già oltre 30mila firme! ???https://t.co/5Iq8gYt5lm
Buonsenso e libertà. #25aprile pic.twitter.com/l2vhUYhv8g— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) April 25, 2021