Ha parlato anche a “Non è l’Arena” Daniele Ambrosiani, gestore del B&B Surfhouse di Barrabisa, quello che ha ospitato le due ragazze che trascorsero la notte nella villa di Ciro Grillo, dove si sarebbe consumato uno stupro di gruppo. «Io e la mia fidanzata ricordiamo di averle viste arrivare nel pomeriggio in taxi e vestite come la sera prima, poi sono corse in camera. La mia fidanzata ha notato il bel vestito che aveva una delle due e lo aveva ancora addosso», ha raccontato in collegamento con il programma di Massimo Giletti. Poi ha spiegato che impressione gli avevano fatto le due amiche: «O andavano in spiaggia o restavano in camera. Mi hanno dato l’idea di essere brave ragazze. Io credo di non sbagliare quando dico che sono uscite solo quella sera lì in tutto il periodo in cui sono rimaste».
Dopo quel ritorno in taxi sono apparse però diverse. «In quel momento abbiamo pensato a tutt’altro, ma da quel ritorno in taxi da quella serata non ci sono più sembrate le stesse ragazze spensierate che ci eravamo abituati a vedere». In particolare, riguardo la ragazza che ha sporto denuncia di violenza sessuale: «Era soprattutto diventata schiva, non dico che ci evitava, ma non cercava più la chiacchiera o i consigli sulle spiagge. Era diventata molto riservata e triste». (agg. di Silvana Palazzo)
CASO CIRO GRILLO, PARLA IL GESTORE DEL B&B
A parlare nelle passate ore al Corriere della Sera è stato anche il gestore del B&B nel quale soggiornavano le due ragazze che trascorsero la notte con Ciro Grillo e con i suoi tre amici. Una di loro, l’italo-svedese 19enne, ha accusato il quartetto di violenza sessuale di gruppo. Quel giorno le due tornarono solo nel pomeriggio. Un fatto inusuale poichè, spiega il gestore, non era mai accaduto prima: “Sono passate veloci, occhiali scuri, testa bassa, e si sono infilate in camera. Da quel momento in poi il loro umore ci è sembrato più scuro, diverso. Non erano più serene come il giorno prima, erano silenziose e pensierose, soprattutto la ragazza italo-svedese”. Il gestore ha immaginato una lite tra le due ma poi l’arrivo dei carabinieri in borghese e le domande che ne sono seguito lo hanno portato a comprendere. “Io non posso sapere se è vero o no quello che raccontano le ragazze e che ho sentito in questi giorni, ma so che quella notte di certo qualcosa è successo”, ha aggiunto l’uomo, Daniele Ambrosiani di 45 anni.
A lui i carabinieri avrebbero chiesto di ricordare se per caso le due giovani fossero agitate, spettinate, in lacrime al loro ritorno. “Mi ricordo che la ragazza italo-svedese il giorno dopo è venuta a chiedermi se avevo una bicicletta per andare a Palau. Mi è sembrata nervosa, aveva i modi e l’aria di chi aveva fretta di fare qualcosa, tant’è che le ho detto: se vuoi ti accompagno io in macchina. Mi ha detto che no, preferiva andare da sola”, ha raccontato. Solo in seguito ha saputo che voleva andare in farmacia a comprare la pillola del giorno dopo. “Lì per lì mi è parsa un po’ agitata, appunto. Nervosa”, ha aggiunto. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
CASO CIRO GRILLO, LA POSIZIONE DELLA DIFESA
Ormai da giorni il caso di Ciro Grillo, il giovane figlio di Beppe, fondatore del M5s, accusato di presunto stupro di gruppo insieme ad altri suoi tre amici ai danni di una giovane studentessa è letteralmente esploso a livello mediatico. A contribuire ad accendere i riflettori sul fatto di cronaca a distanza di due anni dall’accaduto ed alla vigilia della decisione di rinvio a giudizio è stato il video postato sui social da Beppe Grillo nel quale prendeva le difese del figlio ed in qualche modo poneva il dubbio sulla veridicità delle accuse da parte della 19enne che ha denunciato la presunta violenza di gruppo. Mentre si rincorrono le indiscrezioni giudiziarie ed in tanti si avvicendano a commentare l’accaduto, la difesa di Grillo avrebbe iniziato a pensare al contrattacco. A svelarlo è stato Il Fatto Quotidiano, poi ripreso da Il Giornale, secondo cui la mossa della difesa potrebbe essere rappresentata dalla “pubblicazione del video per mettere le cose in chiaro”.
Nel dettaglio, non è da escludere che i difensori di Grillo abbiano pensato alla possibilità di rendere noto il video che riprende la scena di sesso tra S.J., la studentessa italo-norvegese, ed il gruppo di amici del figlio di Beppe Grillo. In questo momento delicato, pare che alcuni familiari dei ragazzi coinvolti abbiano chiesto di modificare la strategia comunicativa ad oggi adottata.
CASO CIRO GRILLO, LA CONTROMOSSA DELLA DIFESA
Secondo le indiscrezioni riprese da Il Giornale, domani potrebbe svolgersi una riunione tra tutti i legati che difendono i ragazzi coinvolti nel caso di Ciro Grillo al fine di discutere la proposta comunicativa e fare il punto sulla vicenda. L’eventuale pubblicazione del video, secondo il presunto ragionamento della difesa, potrebbe essere utile a fare chiarezza su quanto realmente avvenuto. Al momento, infatti, le due versioni restano agli antipodi. Da una parte gli avvocati delle parti civili mirano a dimostrare la violenza sessuale e lo stato di debolezza della giovane, mentre la difesa dei quattro ragazzi vorrebbe dimostrare come la giovane fosse consenziente. “Per noi il processo va condotto in aula, non sulla stampa o in tv. Certo, siamo consapevoli che in questo momento questa scelta possa significare esporsi a un massacro mediatico”, sarebbe la loro posizione. Sarà confermato il cambio di passo in merito alla gestione comunicativa de caso?