L’Elisir d’Amore di Gaetano Donizetti è opera popolarissima e si presta a messe in scene sia tradizionali sia innovative. Al Teatro Regio di Torino si può vedere ed ascoltare (sul sito del teatro ed ad un prezzo di cinque euro a biglietto) una produzione che il tocco giusto per questo capolavoro che è al tempo stesso una commedia brillante ed una parodia dell’”opera seria”.
Direttore d’orchestra e maestro al fortepiano è Stefano Montanari. La regia dell’allestimento del Teatro Regio è di Fabio Sparvoli. Mariangela Sicilia, è la protagonista, Adina. Nemorino, il tenore al quale è affidata una tra le più celebri arie di tutta la storia del melodramma (Una furtiva lacrima), è interpretato da Bogdan Volkov, Marco Filippo Romano è Dulcamara, Giorgio Caoduro Belcore, Ashley Milanese Giannetta e Mario Brancaccio l’assistente di Dulcamara. Le scene sono di Saverio Santoliquido, i costumi di Alessandra Torella, le luci di Andrea Anfossi. Assistente alla regia è Anna Maria Bruzzese. Il Coro del Teatro Regio, impegnato in importanti passi nell’opera, è istruito da Andrea Secchi.
Partendo da un assunto banale (un presunto filtro magico che suscita le reazioni di uno sprovveduto villaggio), si incontrano ingenuità e poesia con un equilibrato gioco delle parti. Il duo Adina-Nemorino non è lo stereotipo dei tradizionali innamorati ma ha una spigliata dimensione umana. Il duo Belcore-Dulcamara è colmo d’ironia fantasiosa e bonaria. Soprattutto, Donizetti si diverte a mettere in berlina l’opera seria metastasiana , allora ancora di moda in certi teatri e ceti sociali. Prende per il naso anche la nuova borghesia arricchita (dalla “possidente” Adina e al lontano ricco zio di Nemorino), nonché gli eserciti diventati arroganti durante le guerre napoleoniche (e tali rimasti dopo di esse) ed i politici imbonitori che finiscono con il credere in quel che promettono. Un quadro, quindi, di una società al tempo stesso in crisi ed in transizione. Per questa ragione, l’equilibrio orchestrale è instabile con i fiati (principalmente i tromboni) che tendono a sovrastare gli altri strumenti e in certi momenti a coprire i cantanti attori. E sotto il profilo vocale si transita gradualmente dal duettino iniziale alla grande aria ‘larmoyante’ (ossia in lacrime) per tenore (Una futiva lacrima) al breve ma delizioso rondò per soprano. Pure la musica diventa politica in questa commedia tra il larmoyant e l’ironico.
La produzione torinese è una ripresa di uno spettacolo già messo in scena nella stagione 2018-2019 ben adattato al mezzo televisivo con intelligente uso della telecamera. La regia situa l’azione negli Anni Cinquanta. E’ un’idea che dà il tocco giusto a questo lavoro che, come si è detto, è in parte una commedia dai toni farseschi ed in parte parodia dell’”opera seria”. Siamo in un’ambiente (con anche un’auto d’epoca convertibile) che ricorda le commedie all’italiana ed i film tipo Pane, amore e fantasia con Gina Lollobrigida e Vittorio De Sica a loro volta parodie di drammoni come I figli di nessuno o Anna con Yvonne Sanson e Amedeo Nazzari.
Di ottimo livello la compagnia di canto. Il Nemorino del giovane tenore russo Bogdan Volkov ha una voce appare squillante, recita bene ma deve migliorare il fraseggio e accentuare quel lirismo melanconico che del ruolo è la cifra più originale del personaggio. Ottima l’Adina di Mariangela Sicilia, che ha bel timbro e un’impeccabile musicalità, nonché un’accattivante presenza scenica. Marco Filippo Romano ha voce chiara dizione perfetta e ottima recitazione. Giorgio Caoduro è un Belcore impeccabile, con una voce ricca e sonora ed interpreta il ruolo con grande efficacia. Buona la Giannetta di Ashley Milanese; Coro e orchestra perfettamente a loro agio in una partitura che conoscono a menadito.
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