Autore del protocollo per curare il Covid dell’Istituto Mario Negri, Giuseppe Remuzzi è tornato sul suo studio a Stasera Italia. L’esperto ha esordito così: «Non so se abbiamo curato male il Covid all’inizio, non c’erano indicazioni da nessuna parte al mondo, se non per i pazienti in ospedale. Il virus si moltiplica nei primi giorni dopo un periodo in cui non ci sono sintomi. Noi pensiamo che intervenire al primo sintomo sia importante per evitare l’evoluzione di un eccesso di infiammazione, alla quale segue poi un eccesso di risposta immune».
Giuseppe Remuzzi ha poi aggiunto: «L’infiammazione e la risposta immune creano danni a tutti gli organi quando il virus non si moltiplica più: per questo non vogliamo perdere i primi dieci giorni. Noi curiamo ancora prima di avere il tampone: curiamo il Covid-19 come se fosse una qualsiasi malattia delle alte vie respiratorie. Se si interviene prima, probabilmente il numero di pazienti che deve andare in ospedale si riduce di molto».
GIUSEPPE REMUZZI: “DOBBIAMO RIAPRIRE GRADUALMENTE”
Nel corso del suo intervento, Giuseppe Remuzzi si è poi soffermato sulle misure di sicurezza stabilite per le riaperture: «La sicurezza assoluta non c’è mai. Ma la nuova riapertura prevalentemente all’esterno, dove non ci contagia, poi si misura con il tampone negativo e la vaccinazione. Quella è una situazione molto tranquilla». Giuseppe Remuzzi ha poi parlato del dibattito sul coprifuoco: «La discussione sul coprifuoco tra le 22 e le 23 è un po’ eccessiva: è molto difficile avere dei dati scientifici su questo, ma serve anche il buon senso. Io credo che dobbiamo aprire gradualmente: molte persone si sono lamentate delle riaperture precoci, altre del mancato slittamento del coprifuoco, vuol dire che ciò che è stato fatto è stato fatto bene».