Marco Cappato e Mina Welby sono stati assolti anche in Corte d’Appello per l’aiuto al suicidio di Davide Trentini, malato per anni di Sla e morto in una clinica in Svizzera nel 2017 con il sostegno proprio del tesoriere e copresidente dell’Associazione Luca Coscioni. Il procuratore generale di Genova Roberto Aniello aveva già richiesto la conferma dell’assoluzione avvenuta in primo grado (a Massa) e così i giudici della Corte d’Appello di Genova hanno emesso sentenza dopo mezzogiorno.
«L’assoluzione di Marco Cappato e Mina Welby oggi nel processo di appello a Genova per la vicenda Trentini è un’altra vittoria di civiltà dopo quella di ieri che ha assolto Walter De Benedetto dall’accusa di coltivazione di sostenza stupefacente», spiegano in una nota Massimiliano Iervolino e Giulia Crivellini, segretario e tesoriera di Radicali Italiani. Davide Trentini, come Dj Fabo, rappresentano due dei casi più dirimenti nell’opinione pubblica sul tema delicato dell’eutanasia-aiuto al suicidio e proprio per questo motivo Cappato e l’Associazione Coscioni da tempo insistono con la politica affinché dedichino l’esame di una legge ad hoc per normare quello che definiscono un «diritto inalienabile».
ASSOLTI CAPPATO E MINA WELBY: “ORA SERVE LA LEGGE”
«Il pg – ha detto al termine della sentenza Filomena Gallo, avvocato del collegio di difesa nonché segretario dell’Associazione Coscioni – ha sottolineato che “il malato Davide Trentini era affetto da patologia irreversibile che produceva gravi sofferenze, capace di autodeterminarsi e con trattamenti di sostegno vitali, che non sono solo quelli di essere attaccati a un macchinario, ma anche quelli farmacologici”. Oggi ci sono malati che soffrono e sono esclusi dal poter decidere sul proprio fine vita e ottenere aiuto per porre fine alle proprie sofferenze». Hanno parlato anche gli assolti in Procura di Genova, con un video postato su Facebook (qui sotto, ndr): «E’ un passo avanti e adesso voglio chiedere a tutti di aiutarci a raccogliere le firme per il referendum. Davide avrebbe sorriso alla lettura della sentenza come ha sorriso quando se ne è andato», spiega Mina Welby.
Subito dopo Cappato aggiunge «l’aiuto all’eutanasia è un diritto […] Con questa decisione si stabilisce un precedente importante, un principio importante: non è necessario essere attaccati a una macchina per essere aiutato a morire se si è anche dipendenti da un trattamento di sostegno vitale». Ancora dalla nota dei Radicali un invito-appello alla politica: «Ci sono state le disobbedienze civili di Mina Welby e di Marco Cappato, le sentenze monito della Corte costituzionale. Eppure, ancora, dal Parlamento nessuna risposta. Proprio per sconfiggere questo immobilismo qualche giorno fa abbiamo depositato in Corte di Cassazione insieme all’Associazione Coscioni un quesito referendario per rendere l’eutanasia legale nel nostro Paese. A luglio cominceremo a raccogliere le 500mila firme necessarie consci che sarà un’impresa difficilissima e gigantesca ma l’esito processuale di oggi non fa che confermare la nostra convinzione: quella di immaginare insieme un futuro di libertà e dignità, fino alla fine».