LO SCONTO RICHIESTO PER IL PERSONALE SANITARIO
Il Nursid, sindacato delle professioni infermieristiche, chiede al Governo che “al personale sanitario che da oltre un anno è impegnato direttamente a far fronte all’emergenza Covid, siano riconosciuti gli stessi benefici pensionistici già attribuiti ai militari combattenti”. Andrea Bottega, Segretario nazionale del sindacato, come riporta assocarenews.it, ritiene che questa proposta di riforma pensioni non sia “un’idea campata in aria. Basta infatti guardare al numero di contagiati e alle conseguenze fisiche e psicologiche, rilevate da numerosi studi, quale effetto del carico di lavoro, per capire che in questa guerra contro il virus gli ‘eroi’ della Repubblica sono tutti coloro che come personale sanitario hanno combattuto e continuano a combattere in prima linea per sconfiggerlo”. Nello specifico, la richiesta è quella di un beneficio pari a “un anno ogni tre mesi di emergenza e con effetto retroattivo da marzo 2020”. Per il Nursid, “dopo la promessa tradita sul fronte dell’indennità specifica per gli infermieri in legge di Bilancio un intervento in questa direzione sarebbe davvero un segnale concreto di attenzione nei confronti della nostra categoria”.
LE PROPOSTE DEI SINDACATI AL GOVERNO
Si chiama “Cambiare le pensioni adesso” l’evento online previsto per domani 4 maggio e voluto fortemente da Cgil, Cisl e Uil per lanciare un “pacchetto” di proposte sulla riforma pensioni al Governo Draghi: se il Ministro del Lavoro Andrea Orlando ha già promesso una convocazione imminente per il tavolo di confronto sui temi previdenziali, i sindacati nazionali rilanciano la mobilitazione dei lavoratori. «Con l’iniziativa unitaria – scrivono in una nota unitaria Cgil, Cisl e Uil – vogliamo rilanciare i temi della piattaforma sindacale: maggiore flessibilità per andare in pensione a partire dai 62 anni di età o con 41 anni di contributi; pensione di garanzia per giovani, lavoratori discontinui e con basse retribuzioni; tutela delle donne che sono state le maggiori vittime dell’inasprimento dei requisiti pensionistici degli ultimi anni; tutela dei lavori di cura, di chi svolge lavori usuranti e gravosi; sostegno del reddito dei pensionati; rilancio della previdenza complementare e trasparenza sui dati della spesa previdenziale e assistenziale». Per le sigle nazionali, un sistema pensionistico «solido e sostenibile deve avere radici salde nell’occupazione di qualità, e noi stiamo lavorando in questo senso consapevoli che senza lavoro non c’è previdenza e che la previdenza è strumento di coesione sociale e non solo una voce della spesa pubblica. E l’Italia oggi ha grande bisogno di coesione e solidarietà sociale». (agg. di Niccolò Magnani)
IL QUADRO PREOCCUPANTE DELL’INPGI
Come riporta adginforma.it, il Consiglio generale dell’Inpgi ha approvato il bilancio consuntivo del 2020 da cui emerge un quadro per cui l’istituto previdenziale dei giornalisti “è in grado di fare fronte ai propri impegni istituzionali con la gestione delle risorse a disposizione, mentre nel medio termine si sta accrescendo l’incertezza sulla continuità aziendale se non verranno assunte dagli organi dell’Istituto adeguate decisioni per il riequilibrio economico e finanziario”. Vista la situazione, il Consiglio generale dell’Inpgi rivolge “un forte e pressante appello al Governo per porre in essere in tempi brevi – mancando ormai solo due mesi alla scadenza dell’ultima proroga rispetto al possibile commissariamento dell’Istituto (la scadenza è fissata al 30 Giugno prossimo) – tutti i provvedimenti necessari a garantire la sostenibilità dell’Inpgi, unico Ente sostitutivo dell’Inps nel panorama delle Casse privatizzate”. Vedremo se questo nuovo appello per una riforma pensioni riguardante l’Inpgi porterà a qualche risultato dopo il cambio di Governo.
LE PAROLE DI TOTI AMATO
Il Presidente dell’Ordine dei medici di Palermo Toti Amato, evidenzia la necessità immediata di “un provvedimento legislativo che sani la follia della circolare Inps che blocca la pensione ai medici vaccinatori in quiescenza, prima chiamati alle armi per fronteggiare l’emergenza sanitaria, oggi puniti per la loro disponibilità. Una stravaganza tutta italiana”. Come riporta palermotoday.it, secondo Amato la circolare dell’Inps che di fatto dispone l’interruzione dell’erogazione della pensione durante il periodo di incarico come vaccinatore, comporterà “il fuggi fuggi dei colleghi da tutti gli hub e la campagna vaccinale subirà una frenata, quando invece l’obiettivo è la vaccinazione di massa”. Senza dimenticare che dopo aver invitato il personale medico in pensione ad aiutare a far fronte all’emergenza Covid, e “con grande responsabilità i medici reclutati con urgenza si sono resi subito disponibili per offrire la loro esperienza a garanzia della sicurezza dei cittadini e per accelerare le somministrazioni”, ora invece “li costringiamo a scappare altrimenti perdono la pensione”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI BRAMBILLA
Alberto Brambilla è intervenuto nel dibattito sulla riforma pensioni prendendo parte al Festival del lavoro. Secondo quanto riporta Labitalia, infatti, il Presidente del Centro studi Itinerari previdenziali ha detto: “Se noi andiamo a vedere l’età di pensionamento nei Paesi dell’Unione e i tassi di occupazione giovanile scopriamo che dove si va in pensione più tardi il tasso di occupazione giovanile è più alto. In Italia abbiamo un’età media di pensionamento che non arriva nemmeno a 63 anni contro un’età media europea che sta superando i 65. Dobbiamo riflettere su questo. Il sistema non funziona perché noi ci dobbiamo mettere nelle condizioni di coloro che devono fare le riforme che siano tollerabili dal sistema economico, che non diventino un metadone sociale del nostro sistema economico”.
LE PAROLE DI MARCHESICH E MOSCA
Brambilla già nei mesi scorsi aveva avanzato la sua proposta per il post-Quota 100, che passa anche dall’introduzione di Quota 102, con l’innalzamento del requisito anagrafico previsto da Quota 100 da 62 anni a 64 anni. Giorgio Marchesich, candidato sindaco della Federazione del Territorio libero di Trieste, come riporta Il Piccolo ha voluto invece evidenziare che “le pensioni non sono un regalo, ma il frutto dei versamenti che i lavoratori effettuano nel corso della loro vita professionale, eventualmente incrementati da quelli dell’azienda per la quale operano, se dipendenti”. In occasione del 1° maggio, infine, Maria Cristina Mosca, Segretaria generale della Uil di Biella e Vercelli, come riporta newsbiella.it, ha spiegato che “è necessario creare le condizioni per attrarre investimenti, favorire iniziative imprenditoriali, riformare il fisco alleggerendo le tasse sul lavoro dipendente e sulle pensioni”.