Fra Alexis Bugnolo, un eremita francescano, è stato arrestato dalla polizia nelle scorse ore a Roma mentre pregava insieme ad altri fedeli di fronte alla basilica di Santa Maria Maggiore, poiché – pare – non indossava la mascherina. A raccontare l’accaduto è stato il portale “FromRome.info”, diretto proprio dal francescano, con un articolo che si apre così: “Roma, la Città Eterna, la Città Santa, la città della cristianità cattolica, la città aperta, la città della dolce vita, si è trasformata in una città della repressione, del coprifuoco, del degrado, dove anche pregare diventa un reato?”.
Fra Alexis Bugnolo da alcuni mesi si reca ogni sera attorno alle 23.30 a pregare davanti alla porta chiusa dell’arcibasilica papale di Santa Maria Maggiore, “spinto dalla sua forte devozione e ispirazione alla Madonna, incurante dei discutibili limiti imposti da un incomprensibile e immotivato coprifuoco, che dura ormai da più di un anno – prosegue l’articolo –. La fede e la devozione hanno sempre sfidato ogni legge, mettendo in gioco anche la propria vita, tanto che Roma è anche la città dei Martiri, il più rappresentativo dei quali è San Pietro”.
FRA ALEXIS BUGNOLO ARRESTATO: ERA SENZA MASCHERINA
Fra Alexis Bugnolo, stando a quanto raccontato da lui stesso e riportato da “FromRome.info”, prosegue da ben 16 mesi con la sua preghiera costante e continua, di cui tutti sono a conoscenza e che la polizia avrebbe sempre tollerato umanamente e cristianamente, sapendo che una preghiera all’aperto non avrebbe contagiato nessuno. “È vero – racconta il sito – che di tanto in tanto alcuni fedeli, contravvenendo alla dura legge imposta e assumendosi tutti i rischi che comporta la violazione della norma, si fermavano a pregare con fra Alexis, e questo è continuato fino alla notte tra il 30 aprile e il 1° maggio”. Quando sarebbe accaduto l’inimmaginabile: “Fra Alexis era lì, come ogni sera, e aveva iniziato a recitare le sue preghiere in compagnia di alcuni fedeli, quando una pattuglia della polizia municipale è intervenuta”. Tuttavia, “il trattamento riservato dai rappresentanti dell’ordine di Roma Capitale sembra essere stato duro e intimidatorio, tanto che sono intervenute sei pattuglie e un’ambulanza, tutte chiamate, perché dopo che il frate è stato afferrato fisicamente dalla polizia in due occasioni, è rimasto molto dolorante alla spalla”. Perché? Sembrerebbe che a scatenare il tutto sia stato il fatto che il frate non indossasse una mascherina nonostante si trovasse in un luogo aperto, ben distanziato dagli altri. L’uomo è poi stato rilasciato il mattino successivo.