Storie Italiane ha dedicato un’ampia pagina alla sentenza della Cassazione in merito alla morte di Marco Vannini. In collegamento, oltre ai genitori del ragazzo ucciso, Marina Conte e Valerio, anche l’avvocato della famiglia: “Abbiamo perseguito una linea che era quella di raggiungere la verità – le sue parole – crediamo di esserci riusciti anche se questa non è una storia che ha vincitori, è una storia di vinti, Marco, i genitori e la famiglia che ne ha determinato la morte. E’ una tragedia per questa famiglia, noi non volevamo vendetta ma che si scrivesse una pagina di verità”. Il legale della famiglia Marco Vannini, aggiunge: “Il fatto che dicono che la sentenza è stata scritta da media mi indigna, le sentenze sono state scritte dai giudici che sono stati straordinari. Noi non abbiamo mai chiesto nulla, chi dice queste cose legga queste sentenze”.
Su moglie e figli di Antonio Ciontoli: “Il concorso è stato ritenuto semplice come se tutti avessero aderito all’evento morte, pur riconoscendo ai famigliari una partecipazione minore”. Di nuovo Marina Conte, la mamma di Marco Vannini: “Momenti di scoraggiamento? Tantissimi, soprattutto quando sono stata cacciata fuori dall’aula di tribunale nel primo processo d’appello. Il messaggio che io voglio mandare oggi a tutte le persone è quello di dire che non devono mai demordere, devono sempre essere combattivi, andare avanti, quando uno sa di avere ragione deve battersi sempre. Io mi sono battuta tanto ma la mia forza veniva dalle grida di Marco, lui che urlava nelle telefonate al 118, era come se mi diceva di aiutarlo. Marco era la mia linfa, e mi sono battuta con tutta la forza”. Marina aveva sognato Marco pochi giorni fa: “Mi è venuto incontro con questo sorriso, mi ha detto che sarebbe andato tutto bene e di stare tranquilla, io non l’ho detto a nessuno a perchè avevo paura che non si sarebbe avverato”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MARINA CONTE E VALERIO, GENITORI MARCO VANNINI “FATTA GIUSTIZIA MA NESSUNO HA VINTO”
Marina Conte e Valerio Vannini, genitori di Marco, sono stati intervistati stamane dal programma di Rai Uno, Storie Italiane: “Il dolore è indelebile – racconta la madre del ragazzo – non finirà mai, noi siamo condannati all’ergastolo a vita, il fatto che sia stata fatta giustizia è una tragedia per un’altra famiglia, è stato ucciso da questa famiglia e per loro da ieri si sono aperte porte carcere, nessuno ha vinto, non c’è nessuna vittoria, noi volevamo solo giustizia per Marco, la verità non la sapremo mai, è quella processuale ma non storica chiaramente, per noi sarebbe stato importante sapere cosa è successo quella sera in quella casa”. Marina Conte ha aggiunto: “Finalmente fra poco porterò quel mazzo di fiori che è la giustizia per Marco. So che in questi ultimi mesi i Ciontoli sono usciti un po’ allo scoperto, prima non avevano mai parlato a nessuno, ma alla fine non dicevano niente perchè nessuno di loro si voleva prendere le responsabilità. Se loro all’inizio avessero detto le verità ci sarebbe stata una condotta diversa, forse Marco oggi stava anche tra noi, si sarebbe potuto salvare con altissima probabilità come dicono tutte le perizie. Stamane sono un po’ stravolta, è un momento particolare, abbiamo perso Marco e un’intera famiglia, ma è giusto che sia così”.
Sulla lettera di Antonio Ciontoli di pochi giorni fa: “Io non credo a nessuna parola di quello che ha scritto Ciontoli sulla lettera, lui ha sempre fatto letterine, se voleva il perdono poteva venire sotto casa in ogni momento. Io se avessi fatto una cosa del genere mi sarei incatenata sotto al cancello, ci avrei provato. Loro hanno sempre fatto queste letterine prima di una sentenza. Io penso alla chiamata al 118 e a quando dice che c’era un ragazzo ferito da un pettine a punta con una freddezza e crudeltà, e continua a mentire, lui deve pagare, si devono prendere le loro responsabilità. Non è che l’Italia ce l’ha con loro, sono loro che si sono messi tutti contro”.
MARINA CONTE E VALERIO, GENITORI MARCO VANNINI: “FATTO MORIRE COME UN CANE”
Così invece il padre di Marco Vannini, Valerio: “Sei anni sono molto lunghi, soprattutto come li abbiamo affrontati noi perchè il processo stava prendendo un verso diverso da come è terminato, avevamo un grande dolore ed è stato molto faticoso. Sono stati momenti critici e faticosi ma abbiamo continuato a lottare fino allo stremo e siamo riusciti ad avere questo risultato che come diceva mia moglie è una gioia perchè ha dato giustizia ma non è una vittoria”. Marina Conte ha ripreso la parola: “Un percorso di recupero per la famiglia è giusto che avvenga, loro non hanno capito che hanno ucciso un ragazzo che li implorava, urlava, dovevano essere la seconda famiglia di Marco invece l’hanno lasciato morire come un cane, forse peggio, questo è il mio pensiero come mamma”.