Il turismo si riprenderà e sarà più forte di prima. Le parole del premier Mario Draghi sono arrivate alla riunione dei ministri del settore del G20 come la carica suonata dal trombettista negli istanti precedenti la battaglia. Uno scontro senza esclusione di colpi, dove ogni Paese sta cercando di ottenere le condizioni migliori per affrontare il teatro bellico, l’estate. Come ormai è arcinoto, nel manuale in stile von Clausewitz messo a punto per riossigenare un comparto finito all’asfissia, l’Italia ha sfoderato le sue armi: un suo pass vaccinale, uno stop alle quarantene, un quasi certo allentamento del coprifuoco, un certissimo appeal affidato a intere isole Covid-free.
Il Covidfree
Isole 1 – Figliuolo 0. Il braccio di ferro tra i governatori in libera uscita – che hanno deciso imperturbabili di procedere con le vaccinazioni a tappeto nelle isole minori (la bandiera Covid-free sventola già a Procida, e a stretto giro sarà innalzata anche a Capri e Ischia) – e il commissario straordinario è stato, fin da subito, una partita persa per il rigorista delle fasce anagrafiche. Il fischio finale è arrivato dallo stesso ufficio del generale, costretto a sdoganare quanto già stava accadendo, cioè la vaccinazione di massa nelle isole minori, tentando di tenere il punto sottolineando che la priorità “sarà quella di vaccinare progressivamente partendo dalle isole che hanno maggiori fragilità in termini di rischio epidemiologico e carenza di adeguati presidi sanitari”. Avanti quindi dalle Eolie alle Egadi, dalle Tremiti alle Pontine, dal Giglio a San Pietro fino a Capri. Ma si procede anche in Sicilia, che così piccola non è.
Il Covidpass
Pass vaccinale, certificato, green card: nella rincorsa a conquistare competitività nel settore ormai comunemente indicato quale essenziale per qualsiasi ripresa economica, il turismo, l’Italia sta per adottare (da metà mese) un documento transitorio, destinato a cedere poi il passo a quello europeo (da metà giugno), ma con identiche finalità: consentire gli spostamenti e i viaggi da regione a regione (nel caso si passare da una zona gialla ad un’altra arancione o rossa), e da Paese a Paese, anche extra Ue, in sicurezza, e cioè a quei turisti che possano dimostrare di aver superato il contagio, di aver superato entrambe le somministrazioni vaccinali, o di essersi sottoposti a un tampone nelle 48 ore immediatamente precedenti la partenza, con esito negativo, ovviamente. Non è il caso di aspettarsi il rilascio di una vera e propria carta verde, più probabilmente basterà esibire (ma ancora non è dato sapere in carico a chi sarà l’onere del controllo: funzionari pubblici? albergatori?) l’attestato di avvenuta vaccinazione (che già viene rilasciato al momento della somministrazione, validità sei mesi), o il referto del test molecolare o antigenico, o la dichiarazione dell’ospedale o del medico di base sull’avvenuta guarigione (e forse proprio ai medici di base potrebbe toccare la compilazione di moduli specifici). Da metà giugno, poi, il cambio, con l’arrivo del “certificato Eu Covid-19” (questa la denominazione più recente), grossomodo con le medesime caratteristiche, che avrà la durata di un anno.
Addio Covintena
Non è ancora fissata la data (si parla però di metà maggio) per la revisione dell’orario del coprifuoco, se non addirittura della sua definitiva eliminazione. Nel frattempo, l’ordinanza del ministro alla Salute che imponeva la quarantena per chi entrava in Italia non dovrebbe essere rinnovata, e quindi decadrà proprio il 15 maggio, quando dovrebbe entrare in vigore il pass. L’obbligo cesserà sia per gli italiani in rientro, sia per i turisti stranieri che arrivano da Paesi Ue ma anche da Paesi extra Ue, come Stati Uniti e Israele, che offrono ampie garanzie legate alla vasta campagna di vaccinazione. Attualmente è ancora previsto un tampone in entrata, quarantena di 5 giorni e un nuovo tampone per chi proviene dall’Unione europea e dalla Gran Bretagna. Per chi arriva da Stati extra Ue la quarantena raddoppia.
Le vitamine
Sostegni nel breve periodo e interventi strutturali per sincronizzare il turismo italiano sui migliori standard internazionali. Vitamine essenziali, “ricostituenti” per ritrovare la salute del settore, perduta nella pandemia. È la strategia duale messa in campo dal neoministro al Turismo, Massimo Garavaglia, che – come riporterà il prossimo numero di Pambianco Hotellerie news – prevede “in primis una finanza ponte. Abbiamo allo studio . dice il ministro – misure già concordate e l’attivazione delle linee del Pnrr che ammontano a 2,4 miliardi di euro diretti (di questi, poco più di 600 milioni attraverso sovvenzioni e quasi 1.800 sotto forma di prestiti), come la trasformazione digitale del turismo, la digitalizzazione della filiera, una piattaforma nazionale open source, finanziamenti per il miglioramento degli standard ricettivi, efficientamento energetico, abbattimento delle barriere architettoniche. In più, ci sarà un nuovo scostamento di bilancio e nuove misure a sostegno del reddito degli operatori”.
Dunque, nel breve periodo si continuerà a sostenere il reddito degli operatori, come primo Decreto Sostegni: 700 milioni per la montagna, 900 milioni agli stagionali, 100 milioni per le fiere, una quota del maxi fondo da 200 milioni per le imprese, la ristorazione nei centri storici e per eventi privati, una quota dei 10 miliardi del Fondo perduto. “Tra le prossime misure previste – continua Garavaglia – ce ne sarà anche una per sostenere l’impegno finanziario degli imprenditori nella riqualificazione degli alberghi; abbiamo inserito un capitolo con qualcosa anche nel Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Su quest’ultima tranche di interventi, è nota la volontà di mettere a disposizione mini bond e basket bond per allentare la stretta creditizia, garantiti da istituzioni pubbliche così che possano dare vero sostegno a chi è in difficoltà. “L’obiettivo – ha precisato il ministro alla presentazione di Comunicazione, media e turismo condotta dal Centro di ricerca sulla televisione e gli audiovisivi (Certa) dell’Università Cattolica insieme a Publitalia ’80 – Gruppo Mediaset – è costituire un ponte finanziario che consenta di comprare tempo in attesa che il mercato riprenda e ci auguriamo già dall’estate”.
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