«Le donne incinte devono essere inserite tra le categorie fragili». La richiesta arriva da Nicola Colacurci, presidente dell’Associazione ginecologi universitari italiani. Con altre tre società italiane di ginecologia ha inviato una lettera aperta al ministro della Salute Roberto Speranza e chiesto un’audizione al generale Francesco Figliuolo e al Comitato tecnico scientifico affinché le donne in gravidanza vengano ammesse alla somministrazione del vaccino anti Covid. «Riteniamo che questa possibilità debba essere offerta a tutte le donne che aspettano un figlio, poi ogni futura mamma deciderà e sceglierà in accordo e su consiglio dei propri medici», dice in un’intervista rilasciata a Repubblica. Un appello che arriva alla luce del fatto che le conseguenze cliniche del Covid sono più gravi della prima ondata. «Questa volta i contagi hanno colpito, in modo grave, anche la fascia dei giovani adulti. E le donne gravide appartengono in buona parte a questa classe d’età».
I ginecologi ritengono che «in gravidanza, con un cambiamento del sistema immunitario, le donne possano essere più esposte al contagio del virus». Questo è uno dei motivi per il quale il vaccino antinfluenzale viene somministrato anche a loro.
“DONNE INCINTE TRA CATEGORIE FRAGILI”
Vaccinarsi durante la gravidanza non è rischioso. «I dati internazionali ci dicono che gli effetti collaterali del vaccino riscontrati nelle donne che aspettano un figlio sono identici a quelli di donne, della stessa età, non in gravidanza», afferma Nicola Colacurci a Repubblica. Né sono stati riscontrati problemi nei neonati, neppure con l’allattamento, anzi studi affermano che la protezione passa anche ai neonati. Le conseguenze a cui possono andare incontro invece le donne incinte contagiate dal Covid possono essere serie. «Dipende quali sono le sue condizioni di salute generali. Purtroppo, con questa seconda ondata abbiamo visto finire in terapia intensiva non solo gli anziani, ma anche molti giovani e diverse donne in attesa di un bambino. E questo può influire sulla gravidanza». All’inizio della campagna vaccinale però c’è stata cautela per le donne incinte, ma perché non c’erano ancora i dati disponibili oggi, da cui emerge che il vaccino non rappresenta un rischio, bensì una protezione per le donne e i bambini.
«Attenzione però, i casi vanno valutati uno ad uno, ma come ginecologi riteniamo sia importante offrire questa possibilità alle donne», dice Nicola Colacurci. Ad esempio, una 20enne incinta e sana è meno a rischio di una donna più grande con ipertensione o diabete, per questo la scelta andrebbe fatta con ginecologo e medico di base.