Nel corso della puntata di “Coffee Break” andata in scena nella mattinata di oggi, sabato 8 maggio 2021, si sono alternati alcuni ospiti in collegamento con lo studio televisivo di La7, per parlare di lavoro e di sicurezza sul luogo di lavoro, in un periodo storico in cui l’Italia ha visto perdere 900mila posti in un solo anno e 40 miliardi di euro tra salari e stipendi. Pasquale Tridico, presidente INPS, ha però commentato: “Quanto avremmo perso se non avessimo avuto le misure messe in atto dai Governi? Avremmo avuto una riduzione dei redditi più grande del 51%. Il nostro istituto l’anno scorso aveva previsto un deficit di 16 miliardi, poi rivisto al rialzo in consuntivo, grazie alle richieste effettive della cassa integrazione, inferiori del previsto, e una maggiore contribuzione, legata al calo del Pil”.
Tridico ha parlato anche della fine di Quota 100 dal 1° gennaio 2022: “Quota 100 è esso stesso uno scalino, aveva una sua rigidità implicita, non raggiungibile facilmente da chi aveva bisogno di andare in pensione prima. I lavoratori immunodepressi, oncologici o fragili possono secondo me andare in pensione in maniera anticipata dopo i 62 anni. Noi abbiamo un sistema contributivo, che il Paese ha costruito e che dobbiamo far rendere al meglio”.
SICUREZZA SUL LAVORO, FORNERO: “MULTARE DI PIÙ”
Sulla tematica della sicurezza sul lavoro, Elsa Fornero, ex ministro, ha commentato: “Il lavoro è la leva per la ripresa, ma il tema sicurezza resta un fronte scoperto. Credo sia una questione di cultura della sicurezza, sulla quale il Paese ha gestito, ma non sufficientemente. Servono controlli e sanzioni sulle imprese, affinché pongano i propri lavoratori nelle condizioni di lavoro più sicure”. Frasi a cui ha fatto eco l’ex ministro Cesare Damiano: “Le norme italiane sono le migliori, ma come sempre c’è uno scarto consistente sulla loro applicazione”. Infine, Tiziana Nisini, sottosegretario al Lavoro della Lega, ha asserito: “È necessario attenzionare questa situazione, i morti nel primo trimestre 2021 sono superiori rispetto a quelli registrati nell’anno passato. Il testo unico che ha portato ad avere meno morti in Italia ha ormai tredici anni, quindi bisogna supervisionare le realtà più piccole, magari meno attente verso i dipendenti. Servono controlli più mirati per quelle realtà che non osservano la prevenzione e la formazione”.