Sono state tutte seppellite dopo i tristi funerali di Stato le 55 vittime del brutale attentato di Kabul, quasi tutte ragazze della scuola femminile colpita da due razzi e un’autobomba: l’orrore mondiale per quelle vite innocenti spezzate è arrivato fin in Vaticano dove Papa Francesco oggi al Regina Coeli ha tuonato «un’azione disumana. Preghiamo per ognuna di loro e per le loro famiglie. Che Dio doni pace all’Afghanistan». Tra bombe e razzi in serie, molte ragazzine sono morte proprio fuggendo in preda al panico dopo la prima deflagrazione: come riporta l’Agenzia ANSA su fonti internazionali, l’obiettivo e l’orario sono stati scelti per massimizzare il numero di vittime.
Le studentesse uscivano dalla scuola mentre i residenti del quartiere di Kabul erano in strada a fare acquisti per la festa musulmana di Eid al-Fitr, la fine del digiuno del Ramadan. Resta tutt’altro che risolto l’origine e la matrice dell’attentato avvenuto nel distretto Mazara di Dasht-e-Barchi, all’uscita delle ragazze dalla scuola in pieno giorno: il governo afgano ha infatti puntato il dito contro i talebani, ma questi hanno respinto le accuse e in una dichiarazione affermano che la nazione «doveva salvaguardare e prendersi cura dei centri e delle istituzioni educative». Resta aperta anche l’ipotesi Isis, ma al momento le indagini brancolano ancora nel buio: di certo i sub-movimenti creati dall’annuncio di ritiro delle truppe degli Usa e della Nato sono aumentati in questi ultimi giorni e potrebbero decisamente esser parte dei motivi alla base del brutale e terroristico attentato.
STRAGE IN AFGHANISTAN
Attentato a Kabul, capitale dell’Afghanistan, dove si vivono nuovamente ore drammatiche a causa della deflagrazione di un’autobomba davanti all’ingresso di una scuola femminile. L’accaduto si è verificato in un quartiere sciita della città – come riferito dall’agenzia di stampa Reuters – e il bilancio dell’agguato è davvero terribile: si parla di almeno 55 morti e di oltre 150 persone ferite, molte delle quali versano in condizioni di salute disperate o comunque decisamente gravi.
Due funzionari della sicurezza nel Paese mediorientale hanno spiegato all’agenzia che l’esplosione è stata causata non soltanto dall’autobomba sopra menzionata, bensì anche dai mortai che erano stati caricati all’interno del veicolo. In quel momento molti residenti si trovavano per strada nel distretto di Dasht-e-Barchi per non farsi cogliere impreparati dall’avvicinarsi dell’attesta festa di Eid al-Fitr, appuntamento che il mondo musulmano attende con inenarrabile fervore, poiché sancirà la fine del mese di digiuno del Ramadan, che avverrà la prossima settimana.
ATTENTATO KABUL, LA CONDANNA DEGLI USA: “BARBARO ATTACCO”
L’attentato a Kabul, pertanto, ha fatto registrare un numero di vittime non inferiore a quota 55 (e, purtroppo, considerate le condizioni di alcuni feriti, il bilancio potrebbe anche aggravarsi, ndr), mentre inizialmente i numeri riferiti dal Ministero dell’Interno erano decisamente più bassi e si attestavano intorno alle 30 unità (anche se fonti locali avevano riferito a Emergency che i deceduti nell’agguato dovevano essere almeno 40). Intanto, dagli Stati Uniti d’America è arrivata la ferma condanna nei confronti di quello che è stato definito un “barbaro attacco“: questa è l’espressione alla quale ha fatto ricorso il presidente, Joe Biden, per bocca di Ned Price, portavoce del Dipartimento di Stato: “Chiediamo di mettere fine immediatamente alle violenze e di non colpire assurdamente civili innocenti”, hanno dichiarato dall’amministrazione a stelle e strisce. Oltre alle immancabili e doverose condoglianze rivolte ai familiari delle persone morte nella strage di Kabul, il portavoce americano Ned Price ha asserito: “Gli Stati Uniti d’America garantiscono il loro pieno sostegno al popolo afghano, che è determinato a vedere che le conquiste degli ultimi vent’anni non siano cancellate”.