Vasco Brondi ha appena pubblicato il suo nuovo progetto discografico dal titolo ”Paesaggio dopo la battaglia”. Il cantautore ne ha parlato definendolo un album di racconti per voce e cori: ”In ogni canzone c’è qualcuno che è alla ricerca, fiduciosamente, anche in tempi difficili”. Al centro c’è dunque la sua sensibilità nel vedere le cose e con la quale analizza il mondo che lo circonda, ora l’idea è quella di ”non dover per forza stupire” ma ci deve semplicemente essere la volontà di essere autentico. Ci sono voluti quattro anni per far nascere ”Paesaggi dopo la battaglia”, e non per una scelta, ha detto Vasco Brondi, si tratta di una tempistica naturale: ”L’unico modo di rapportarmi a quello che faccio. Tutti dobbiamo seguire il nostro ritmo vitale in linea con le regole che governano la natura. Non siamo delle macchine”.
Il progetto dell’album, essendo partito prima del lockdown, contiene alcune canzoni che non sono frutto di questa brutta epoca storica (come ”Abbracciamoci”), altre però ne portano un’eco. Inoltre Brondi è uno dei pochi artisti a potersi esibire dal vivo questa estate. Le prime date confermate sono: il 28 giugno in occasione dell’Estate Sforzesca a Milano; il 30 giugno all’Estate fiesolana di Fiesole (FI); il 13 luglio al Sequoie Music Park a Bologna; il 16 luglio al Flowers Festival di Collegno (TO); il 18 luglio per il ”Festival Estate al Castello – Villafranca non si arrende 2021” a Villafranca di Verona (VE); il 21 luglio al Villa Olmo Festival di Como; il 30 luglio in occasione del Tener-a-mente Festival, Vittoriale degli italiani a Gardone Riviera (BS).
Vasco Brondi su Paesaggio dopo la battaglia: racconta battaglie intime e universali
Il nome ”Paesaggio dopo la battaglia” è anche il titolo di una delle canzoni contenute nel disco e Vasco Brondi ha detto che ”è venuto da sé dopo che ho scritto la canzone omonima e mi sono accorto che poteva essere un buon contenitore per tutte le battaglie del disco”. Che siano intime o universali vengono infatti raccontate delle battaglie e l’aria di pace che rimane una volta finite. A cominciare da quella dell’artista stesso: ”Per me è stata ed è con ciò che faccio, con questo lavoro da cui mi allontano e poi ritorno, con l’espormi e non espormi, con l’aver seguito la strada che nessuno mi ha indicato e avere un rapporto controverso con questa posizione tra nascondermi e aprirmi”.
Però la musica è sempre una cosa fondamentale, è come un anticorpo per affrontare qualsiasi situazione. Per Vasco Brondi l’arte e la cultura sono in grado di rafforzare il sistema immunitario dell’anima: ”Siamo in un momento e in una società traumatizzata. Stiamo ancora leccandoci le ferite e ne avremo per anni. La musica è tornata ad avere un ruolo che io stesso non gli davo più perché mi sembrava che fosse concepita dagli artisti per accrescere il loro ego”. E’ indispensabile tracciare il confine tra un musicista e uno che vende grazie alla fama. Secondo il cantautore il mondo della musica è diventato così insostenibile economicamente che teme che la pubblicità prenda il sopravvento. Difendendo infine il caso di Fedez successo durante il Concerto del Primo Maggio: ”Ha detto quello che sentiva. Perché non ce la faceva più a tenerselo dentro”.