Scuole aperte in estate? L’ipotesi, com’era ampiamente prevedibile, non entusiasma gli studenti italiani, per quanto il Ministero dell’Istruzione preveda un’adesione facoltativa e non obbligatoria al piano elaborato dal Governo Draghi per consentire la possibilità di frequentare gli istituti scolastici anche nei mesi più caldi dell’anno. La conferma a questa sensazione è giunta a margine di un sondaggio condotto dal portale Skuola.net, che ha coinvolto un bacino comprendente 6mila studenti di scuole medie e superiori attraverso un questionario virtuale.
Stando a quanto emerso, circa 3 alunni su 4 non credono sia una buona idea prolungare ulteriormente un’annata difficoltosa. In particolare quasi 8 allievi su 10 (ma al Sud si arriva a quota 85%) hanno esternato il desiderio di godersi la stagione estiva in maniera del tutto tradizionale, senza dunque prendere parte alle attività formative eventualmente proposte dal loro istituto, qualora mantenesse i battenti aperti. Beninteso: a essere proposte non sarebbero lezioni, bensì gruppi di studio e laboratori, anche incentrati sulle condizioni di vita durante il lockdown.
SCUOLE APERTE IN ESTATE, GLI ESITI DEL SONDAGGIO
Le scuole aperte in estate rischiano di essere un flop ancora prima che il progetto possa prendere il via, ma vi è una piccola minoranza di studenti che vorrebbero comunque tentare l’esperimento, sempre secondo quanto raccolto da Skuola.net nel suo sondaggio: il 25% di loro vorrebbe dedicarsi al recupero degli apprendimenti, studiando in gruppo con gli altri, mentre il 21% vorrebbe avere semplicemente l’opportunità di parlare e di confrontarsi con i propri coetanei e con i docenti dopo un periodo psicologicamente molto stressante. Il 20% propone invece la possibilità di fare laboratori musicali, artistici o teatrali, il 18% di praticare attività sportiva tutti insieme e il 15 di stare semplicemente tutti insieme. Intanto, però, da parte delle scuole del Belpaese non sono giunte risposte favorevoli al Governo Draghi circa la possibile apertura estiva: il 15% degli istituti nazionali ha già declinato l’offerta ricevuta, mettendo così a serio rischio la riuscita di un’iniziativa nella quale il Governo Draghi ha dimostrato di credere fortemente.