In una delle sue tratte più suggestive (ma nel Belpaese è difficile stabilire una classifica), la carovana rosa del Giro d’Italia 2021, partita da Torino l’8 maggio, attraverserà l’Umbria, toccando Valnerina, Spoletino, Folignate, Perugino e Trasimeno.
Lunedì prossimo il Giro prevede la decima tappa, L’Aquila-Foligno. Martedì riposo. Il giorno successivo l’undicesima tappa partirà da Perugia e arriverà a Montalcino, uno dei tratti più decisivi, perché proprio qui si potranno già delineare i favoriti della corsa. “Non si può che essere soddisfatti per il ritorno alla grande di questa competizione che all’appassionante gara unisce la valorizzazione della nostra meravigliosa Italia – ha detto il presidente della Provincia di Perugia, Luciano Bacchetta -. Dopo il periodo buio determinato dalla pandemia, il Giro è un’occasione di ripartenza e di voglia di tornare alla nostra vita”.
Tutte località splendide, nell’itinerario, ma… e Assisi?
Ad Assisi la carovana l’ospitiamo noi – dice Giuseppe Crucitti, il manager che dirige l’hotel TH Cenacolo -. I ciclisti saranno nostri ospiti il 17 e il 18, e certamente avremo modo di accoglierli al meglio. Il nostro quattro stelle è una delle realtà ricettive più grandi della città: 110 camere in una struttura frutto di un bellissimo recupero del ricovero francescano di Santa Maria degli Angeli, un restauro che ha mantenuta inalterata il disegno originario, rispettandone le suggestioni locali grazie a un ricercato utilizzo di materiali, quali la pietra di Assisi. E poi, bisogna anche ricordare che l’edizione 2021 del Giro d’Italia Handbike partirà da Reggio Emilia il 6 giugno, quindi Roccaraso il 18 luglio, mentre sarà proprio Assisi a ospitare la finalissima, il 10 ottobre. Noi saremo pronti.
Per accogliere le squadre avete organizzato qualcosa di particolare?
Scherza? Avremmo voluto, certo, ma qui si parla di atleti da regimi rigorosissimi, di orari tassativi, squadre che girano l’Italia accompagnate dai propri chef, abituati a sfornare pasti calibrati fino all’ultima caloria. Insomma, per i cinque o sei team che arriveranno al Cenacolo niente torta rosa, niente manicaretti, solo un brindisi al loro arrivo, magari analcolico. Discorso diverso per gli altri ospiti della carovana, gli sponsor, gli addetti, gli invitati: per loro sì, ci stiamo preparando…
Ciclisti a parte, Assisi è una destinazione particolarmente vocata al segmento MICE (meeting, incentive, congress, events), oltre che a quello del turismo religioso, esperenziale, un po’ da città d’arte.
È vero, noi infatti definiamo il Cenacolo un “urban resort”, una struttura raffinata e poliedrica, che offre comunque tutte le sicurezze sanitarie imposte dalle circostanze, dai distanziamenti alle sanificazioni ambientali, alla ristorazione sempre servita e via dicendo, seguendo i protocolli stabiliti da TH per tutti i propri hotel. L’ex convento è immerso nelle colline umbre, a due passi dai luoghi di maggior richiamo della città, con tre sale congressi e una grande sala eventi da 230 posti a sedere, perché l’hotel si presta agevolmente ai viaggiatori leisure ma anche business.
Il Cenacolo è già operativo?
Abbiamo riaperto ieri, poi probabilmente mercoledì prossimo ritorneremo in stand-by. A decidere sarà comunque il mercato, le prenotazioni, le richieste dei clienti: si procede a spot, con un occhio sempre attento al breakeven. Certamente da giugno saremo definitivamente al lavoro, e per luglio e agosto si annuncia già un over, talmente tante sono le prenotazioni già arrivate. Anche la scorsa estate, comunque, i mesi centrali erano andati oltre le nostre più rosee aspettative, sia qui al Cenacolo sia nell’altra struttura TH, l’hotel Casa Leonori. Poi si era fermato tutto, comprese le attività che solitamente ci consentono una solida destagionalizzazione, cioè l’attività anche nei mesi meno frequentati: banchettistica, matrimoni, convegnistica.
Nel 2020 avete ricevuto solo mercato domestico?
Esatto, e anche senza più l’ombra dei pullman dei pellegrini, che solitamente intasavano i parcheggi comunali. Pullman che anche adesso non si vedono ancora, anche perché non si sa bene quali regole bisogna applicare a bordo, i distanziamenti e via dicendo. Quante persone possono salire? Nessuno lo sa, e nell’incertezza i pullman restano in garage. Per gli stranieri, che fino al 2019 costituivano il 40% del nostro incoming (specialmente da Usa e Asia), valgono le stesse incertezze: l’anno scorso sono letteralmente scomparsi, adesso speriamo che la sicurezza offerta dalle vaccinazioni, lo stop alle quarantene e un diffuso senso di normalità ritrovata possano ristabilire i flussi. Le previsioni non possono che essere positive.
(Alberto Beggiolini)
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