Marino Bartoletti ha un tumore. Settimana scorsa a “Oggi è un altro giorno” su Rai 1, il giornalista sportivo e appassionato di Sanremo ha confessato a Serena Bortone di essere nel pieno della battaglia contro la malattia: “Ho fatto tutto il mio percorso di radioterapia e controlli tra febbraio e marzo e agli inizi di giugno dovrebbero dirmi se ne sono fuori. La speranza è che l’operazione non serva”, ha dichiarato al Corriere della Sera. E ha aggiunto: “Sono stato abbastanza fortunato e ho scoperto cosa avevo facendo tutt’altro esame”. Bertoletti ha detto di sentirsi fortunato a essere nato e ammalato in Emilia-Romagna, dove ha fatto il percorso di cura tra Villa Toniolo e Bellaria. Il giornalista ha scoperto di essere malato a fine ottobre dell’anno scorso e si è subito buttato nella scrittura del suo libro “La cena degli dei”, in cui racconta di un’ipotetica cena in Paradiso in cui si riuniscono mostri sacri che sono stati anche suoi amici, da Dalla a Pavarotti, a Senna.
Marino Bartoletti: “Ho un tumore, ma penso al futuro”
Il libro di Marino Bartoletti ha avuto un grande successo e ora è in finale al premio Selezione Bancarella: “Ho consegnato il libro con rabbia, ma anche con orgoglio perché mi ci sono impegnato in un momento difficilissimo. Poi pensavo di essermi iscritto al Campionato di Serie B e invece mi sono ritrovato nelle Final Four di Champions: non vado per accontentarmi”, ha confessato al Corriere della Sera. Il giornalista, infatti, non esclude un secondo capitolo: “Io sono molto sui social e devo dire che a furor di popolo mi toccherà farne un’altra! I lettori vorrebbero Napoleone e Giulio Cesare. Appena l’ho pubblicato sono mancati Paolo Rossi, Maradona, Gigi Proietti, Stefano D’Orazio e tanti altri ce ne sarebbero, non ho che l’imbarazzo della scelta”. In questi mesi in cui ha dovuto affrontare la malattia, Marino Bartoletti ha potuto contare sul sostegno delle due figlie e dei nipoti, Filippo e Alice. A dargli forza è stato anche Enzo Ferrari, a cui ha dedicato il libro “La cena degli dei”: “Lui diceva che a 70 anni pensava al futuro. Ecco, mi sono appropriato di questa sua frase, perché anche io, a 70 anni suonati, voglio pensare al futuro”.