Cecilia Marogna si dice pronta a parlare con il Copasir per non opporre alcun segreto in merito alle indagini a suo carico e per conto del Cardinale Angelo Becciu: l’ennesimo colpo di scena sul “caos” Vaticano vede le fonti dell’Adnkronos riportare in esclusiva le parole della manager di Cagliari, consulente della Santa Sede, accusata dal Tribunale del Vaticano nell’ambito dell’inchiesta sul caso Becciu. È stata arrestata lo scorso 13 ottobre con l’accusa di un presunto coinvolgimento nell’inchiesta sull’ex numero 2 della Segreteria di Stato: Cecilia Marogna, rinominata nelle cronache degli ultimi mesi come la “dama del Cardinale” ora annuncia di voler raccontare tutto quello che sa anche alla Commissione Copasir che monitora le attività dei servizi segreti italiani.
Nel documento – che l’Adnkronos ha potuto visionare – Marogna lamenta «quale madre di una figlia minore (cui è venuto improvvisamente a mancare qualsivoglia sostentamento economico), di aver patito ingenti danni patrimoniali e personali, senza aver mai appreso di alcuna formale e/o informale doglianza in ordine all’esecuzione delle funzioni e degli incarichi assegnati e sempre regolarmente svolti, con professionalità, e secondo le precipue direttive ricevute, ed esclusivamente impartite dalla Segreteria di Stato Vaticana».
LA VERSIONE DI MAROGNA
Riavvolgendo i nastri della cronaca, Marogna è divenuta nota per le indagini sul Cardinal Becciu in quanto accusata di aver speso 575mila euro in beni di lusso che nulla avrebbero avuto a che fare con il suo incarico: il documento di cui parla l’Adn riguarda una lettera scritta da Cecilia Marogna all’ufficio del giudice istruttore del Tribunale vaticano attraverso il suo consulente, l’esperto di diritto internazionale Riccardo Sindoca. Dalle ultime novità di indagine, spiega Adnkronos, la “dama” sarebbe stata incaricata dal Cardinal Becciu di alcune attività di intelligence per conto della Santa Sede, addirittura con lettera di presentazione del 17 novembre 2017. Stando alla difesa di Cecilia Marogna, l’arrivo al processo sarebbe l’unico strumento valido per «una verità fattuale reale e non ‘romanzata’ di quanto accaduto, posto che il perdurare, a tutt’oggi, della ingiusta pendenza giudiziaria risulta intollerabile e illecito considerate anche le dichiarazioni, pubblicamente rilasciate anche alla trasmissione di Rai 3 Report da parte di una Vostra più che nota funzionaria, Francesca Immacolata Chouqui, che sono state, per quanto emerso dai media, all’origine dell’intera incresciosa vicenda». Nei prossimi giorni potrebbe essere convocata dal Copasir per riferire e anche in quell’occasione, fa sapere Marogna, non verranno opposti segreti: «non volendo e non potendo patire ulteriori problemi e vicissitudini giudiziarie né essere coinvolta, proprio malgrado, in traversie politico istituzionali con il proprio Stato natio, preannuncia che non porrà più alcun segreto o veto nei confronti di qualsivoglia autorità governativa, in virtù delle funzioni svolte a favore della Segreteria di Stato Vaticana», spiega il consulente della difesa nel documento pubblicato ieri dall’agenzia Adnkronos.