Gianrico Carofiglio a “Otto e mezzo” difende la proposta di Enrico Letta sulla tassa di successione per sostenere i giovani e attacca Mario Draghi per come l’ha bocciata. «Quello che io rimprovero ad Enrico Letta è di averla raccontata in maniera forse non comprensibile. Quello che rimprovero a Draghi è di aver fatto una battuta al di sotto del suo livello», ha dichiarato lo scrittore da Lilli Gruber. Ma sulla bontà della proposta non ha dubbi. «Recentemente mi sono trovato a parlare con un consulente finanziario che mi ha parlato di ricchezze inaudite, in particolare di un signore che aveva investito con lui 20 milioni di euro che non aveva guadagnato, ma che era frutto di un eredità che poi avrebbe lasciato ai suoi figli». Posto che questa eredità potrebbe essere frutto del lavoro dell’antenato del signore in questione e che non è una colpa ereditare una ricchezza, hanno destato scalpore le dichiarazioni successive. «Questo signore non solo è inutile, ma è un peso per la società», ha infatti affermato Gianrico Carofiglio.
CAROFIGLIO “C’È CHI HA 1500 CASE E CHI È ALLA MENSA…”
In effetti, non si può essere contrari al principio su cui si fonda la proposta di Enrico Letta, ma si può entrare nel merito per migliorarla. Quel che fa invece specie è come Gianrico Carofiglio metta in contrapposizione chi è ricco con chi è in difficoltà economiche. «A Bari c’è un signore che possiede 1500 appartamenti. Vi sembra che abbia un minimo di civiltà una società in cui c’è qualcuno con 1500 appartamenti e qualcuno che fa la fila alle mense?», ha dichiarato lo scrittore a “Otto e mezzo”. Una correlazione discutibile, perché il problema non è chi è ricco, se quel che ha lo ha ottenuto onestamente, ma il fatto che non si creino le condizioni per aiutare chi invece è in difficoltà, aspetto di cui dovrebbe occuparsi invece la politica. «Se hai 10 milioni di euro e ti vengono tolti 100mila euro questo non incide sulla tua capacità di spesa», ha proseguito Carofiglio, secondo cui ciò sarebbe «un contributo di equità in una società che è insopportabilmente ingiusta, in cui le diseguaglianze aumentano». E si è tirato in mezzo: «Io sono stato fortunato, vendo dei libri, tutto quello che ho l’ho guadagnato, ma non dimentico che il successo ha un pezzo di fortuna».