Vladimir Luxuria si scontra con Marco Rizzo ad “Anni 20” su Rai2, ma non nel merito del ddl Zan. I due si rendono protagonisti di una lite accesa per un vecchio tweet del segretario del Partito Comunista. «Visto che sono accanto a lui, dico quello che non mi piace. Ad esempio posso dire che non mi è piaciuto un tweet che ha fatto rivolgendosi a me solo perché mi ha vista commentare delle notizie al Tg3 e mi ha messa a testa in giù?», ha esordito l’ex parlamentare. L’attivista, prima persona transgender a essere eletta al Parlamento di uno Stato europeo, ha poi aggiunto: «Si può criticare, ma è stato di pessimo gusto e non è giustificabile chi pensa che possa fare la fine di Mussolini». Non è tardata ad arrivare la replica di Marco Rizzo: «Ho tanti difetti, uno di questi è dire quello che penso. Ad esempio, non sopporto l’ipocrisia, i personaggi che usano i partiti e la politica come fossero dei taxi. Lei è una di questi. Si è fatta eleggere con la falce e martello, abiurando poi quelle idee dopo aver varcato il Parlamento».
RIZZO A LUXURIA “ANTIPATICO… ANTIPATICA…”
Così è andato in scena il botta e risposta. «A me sta antipatica, non come persona perché non la conosco. Sta antipatico… sta antipatica… e lo segnalo. Non lo volevo portare a Piazzale Loreto, ho semplicemente girato la fotografia così come ora faccio così, e nessuno può contestarmi di farlo», ha detto Marco Rizzo facendo il gesto del pollice all’ingiù. Durissima la replica di Vladimir Luxuria: «Forse ha nostalgia dei gulag sovietici dove Stalin andava a metterci gli omosessuali. Fa parte di una visione del comunismo che pensavamo di aver archiviato. Il suo partito avrà probabilmente le stesse percentuali del grasso in uno yogurt veramente magro». Poi passa al contrattacco e sbotta: «La sua omofobia, la sua transfobia, il fatto anche di chiamarmi antipatico-antipatica non fa ridere, la lascio nella sua polvere». Mentre Marco Rizzo la provoca («Sono medaglie»), Vladimir Luxuria sbotta: «Stia molto attento a mettere i personaggi pubblici a testa in giù perché è istigazione alla violenza». La lite si è placata dopo che l’ex parlamentare, vedendo il pollice all’ingiù di Rizzo, tuona: «Sa quel dito dove se lo può ficcare? Mi taccio».