«Il rischio trombosi dopo la vaccinazione con Astrazeneca è infinitesimale»: parola di Andrew Pollard. Intervenuto ai microfoni di Repubblica, il professore dell’Università di Oxford, tra i padri del farmaco anglo-svedese, ha parlato a tutto tondo del vaccino Vaxzevria, a partire dall’ipotesi di una terza dose in autunno: il 55enne ha spiegato che ancora non è noto se l’immunità acquisita svanirà nel tempo, così come non si conosce l’impatto delle varianti, per questo è ancora presto per parlare di un richiamo entro la fine dell’anno.
Una terza dose di Astrazeneca infatti potrebbe rendersi necessario qualora il virus mutasse così tanto da bucare i vaccini, ha rimarcato Andrew Pollard: «Allora un’ampia fetta di popolazione avrà bisogno di una terza somministrazione. Ma a oggi mi pare uno scenario estremamente improbabile».
ANDREW POLLARD: “RINUNCIARE ALL’IDEA DI IMMUNITÀ DI GREGGE”
Nel corso della lunga intervista a Repubblica, Andrew Pollard ha ribadito che tutti i vaccini sembrano decisamente efficaci contro le manifestazioni più gravi del Covid, nonostante le varianti, sottolineando che le infezioni moderate continueranno ma non al punto da preoccupare. Tornando sui casi di trombosi legati al vaccino Astrazeneca, l’esperto ha spiegato: «Stiamo ancora studiando questo fenomeno incredibilmente raro. Ma ci sono tante altre cose decisamente più pericolose, come per esempio guidare la macchina in città». Andrew Pollard ha poi aggiunto che il rischio di trombosi è ancora più infinitesimale con la seconda dose di vaccino, mentre è netto sull’immunità di gregge: «Dobbiamo rinunciare all’idea di immunità di gregge. Siamo di fronte a un virus che muta, dunque è un concetto bislacco. La vera domanda è: quanta popolazione dobbiamo vaccinare per abbattere il numero ricoverati per Covid?». Dubbi anche sull’ipotesi di rinunciare a mascherine e distanziamento nel 2021: «Difficile da dire. Lo sapremo tra un mese, con i dati dell’impatto della variante indiana sulla popolazione britannica quasi completamente vaccinata».