LA PRECISAZIONE SUL PART-TIME VERTICALE
Recentemente si è tornati a parlare degli effetti della misura di riforma pensioni varata con la Legge di bilancio che riguarda i lavoratori con contratti parti-time verticale o ciclico. Come riporta centropagina.it, Paolo Appolloni, coordinatore del Patronato Inas-Cisl delle Marche, evidenzia che si tratta di “una importante novità per i lavoratori del settore privato, con contratti di lavoro a tempo parziale verticale o ciclico. Questi, pur avendo un contratto di lavoro per tutto l’anno solare, si ritrovavano ad avere una copertura previdenziale parziale, cioè solo per i periodi effettivamente lavorati. Venendo meno la contribuzione per i periodi coperti dal contratto di lavoro, ma non effettivamente lavorati, tali dipendenti vedevano allontanarsi la data di pensionamento. Questo provvedimento farà in modo che questi lavoratori si vedranno riconosciuti l’intero periodo ai fini del diritto a pensione e potranno quindi raggiungerla prima”. Tuttavia, spiega il sindacalista, “la novità non riguarda la misura della pensione e quindi il suo importo che resterà commisurato ai contributi versati”.
LA SPESA PENSIONI PER QUEST’ANNO
Soffermandoci ancora sui dati Inps redatti dall’Osservatorio statistico, la spesa per le 179mila nuove pensioni è stata di 4,6 miliardi di euro quest’anno. L’aumento del numero di statali che hanno aderito alla riforma pensioni di Quota 100 ha portato a oltre 3 milioni il numero di pensioni dei dipendenti pubblici pagate direttamente dall’Inps, con assegno medio di 1.948,81 euro e un costo complessivo di 76,7 miliardi di euro all’anno per le casse dell’istituto. Come riferisce l’Osservatorio Inps, 2,2 milioni di pensioni di vecchiaia o anzianità, 212mila pensioni di inabilità e 630mila pensioni per i superstiti. (agg. di Niccolò Magnani)
I DATI INPS SULLE PENSIONI DEI DIPENDENTI PUBBLICI
L’Inps ha diffuso i dati relativi all’Osservatorio sulle pensioni da cui emerge, come riporta Ansa, che l’anno scorso sono state liquidate “179.230 nuove pensioni per i dipendenti pubblici, oltre la metà delle quali anticipate rispetto all’età di vecchiaia (54,9%)”. Complessivamente, le pensioni liquidate dei dipendenti pubblici sono aumentate dell’8,4% in un anno (nel 2019 erano state 165.327), grazie anche alla misura di riforma pensioni nota come Quota 100. “Gli importi medi mensili, sono pari a 1.997 euro nel 2020, con un calo del 3,5% sul 2019. Nel complesso le pensioni vigenti all’inizio del 2021 sono 3.029,451 con un importo medio di 1.948 euro. Il 58,8% sono anticipate per quasi due terzi dell’importo complessivo (il 64,5%)”. Restando in tema di Inps, sta circolando molto la notizia riportata dal Tempo di una lettera inviata dall’Istituto a un ingegnere per comunicargli la revoca della pensione di cittadinanza a causa del suo decesso, evidenziandogli la possibilità di proporre istanza di riesame. L’ingegnere era effettivamente morto.
L’ESENZIONE IMU PER I PENSIONATI AIRE
Laura Garavini ricorda che “possono beneficiare dell’esenzione del 50% dell’Imu i pensionati residenti all’estero, iscritti all’Aire, possessori di un immobile in Italia, che percepiscano una pensione in pro-rata, cioè calcolata sulla base della somma dei periodi contributivi maturati in almeno un altro paese, oltre che in Italia. Indipendentemente dal tipo di paese”. Questo significa “che l’esenzione del 50% dell’Imu è destinata ai percettori di pensione maturata in regime di convenzione internazionale con l’Italia, residenti all’estero, a prescindere dalla nazionalità, che siano proprietari di immobile in Italia (vale solo per una unità immobiliare a uso abitativo)”, “residenti in uno Stato di assicurazione diverso dall’Italia”. La senatrice di Italia Viva, come riporta politicamentecorretto.com, evidenzia che “non hanno invece diritto all’esenzione coloro i quali percepiscono una pensione frutto dei contributi maturati in un solo paese. Abbiamo dovuto individuare questa formulazione per superare una possibile procedura di infrazione da parte dell’Europa”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI ELSA FORNERO
Elsa Fornero, in un articolo pubblicato sulla Stampa, spiega che la proposta di Enrico Letta su una dote per i giovani da finanziare con le tasse di successione per i grandi patrimoni “può essere stata formulata nel momento sbagliato ma serve intanto a controbilanciare l’irragionevolezza e l’iniquità di altre redistribuzioni, già realizzate (come quota 100, che certo non è andata a favore dei giovani, anche perché finanziata con il debito) o rivendicate, come la flat tax che sfavorirebbe ancora i giovani, che certo non sono titolari dei redditi più elevati. Nelle parole dell’ex ministra del Lavoro è chiaro il riferimento implicito alla Lega, che ancora difende la misura di riforma pensioni varata nel 2018. Anche Roberto Panchieri, Segretario del Circolo Centro Storico del Pd di Lucca difende la proposta di Letta.
LE PAROLE DI ROBERTO PANCHIERI
A suo modo di vedere andrebbe “inserita nella Riforma Fiscale complessiva, ma occorre ristabilire un minimo di equità fra le generazioni. I giovani di oggi, quelli almeno che hanno un lavoro, versano i contributi per pagare le attuali pensioni e loro avranno, se tutti le avranno, pensioni molto più povere. Di che stiamo parlando, dunque? I giovani e le donne sono stati fin troppo silenziosi e tolleranti fino ad oggi”. Come riporta lagazzettadilucca.it, per Panchieri “occorre una scossa reale e profonda per salvare il Paese dalla deriva di declino inarrestabile in cui si è infilato da decenni. Se ne facciano una ragione anche i Politici di oggi, che certo non brillano per qualità e per amore verso l’Italia. Abbiano almeno un sussulto di dignità personale se vogliono bene al loro Paese, prima di uscire definitivamente di scena”.