Ce lo meritiamo, il Me Too. Con tutte le sue esagerazioni, i fanatismi, le gogne mediatiche. Non perché le discriminazioni sessiste non esistono, le donne ahimè ci sono abituate. Ma oltre al maschilismo c’è la stupidità, che scatena reazioni giuste e alcune sopra le righe, tanto per stare in linea con il ddl Zan. I The Jackal sono dei geniacci della comicità, nati dalla rete, assurti a beniamini anche in tv. Anche loro imbarcati nel carrozzone della Nazionale Cantanti che gioca con attori e altre categorie di personaggi pubblici per raccogliere fondi a sostegno di varie iniziative benefiche.
Calcio vero? Dipende, qualcuno se la cava, qualcuno è vecchietto e si diverte, qualcuno presta il nome. Nessuna esaltazione ma è una cosa carina, un calcio leggero, nel girone sempre meno sportivo del calcio professionale. Ora, che tra i tanti e taluni improbabili giocatori ci si sia indignati per la presenza a una cena inaugurale, e la successiva discesa in campo, di Aurora Leone, la ragazza dei The Jackal, ha dell’incredibile. Non c’è neanche da spiegare: lei era lì e nessun energumeno doveva provarci, a farla alzare e cacciarla in quanto donna, e “le donne non giocano a calcio”. Perché giocano, ma soprattutto perché sono affari suoi.
Mi fa sorridere che i vertici della Nazionale Cantanti, oltre ad aver fatto fare le valigie ai due volontari che hanno strapazzato Aurora, abbiano avviato un’indagine interna. Ma che indagine! Stupidità, che si dichiara, si sbeffeggia, e fine. Se poi per due stupidi si fa uno stramazzo, come direbbe Camilleri, sorge il dubbio che i motivi siano altri, e che gli utili idioti siano una specie mai in via d’estinzione. Così stupidi e utili, appunto.
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