Colpo di scena nel caso del delitto di Alatri nel quale perse la vita il giovane Emanuele Morganti. Il ventenne rimase vittima di una aggressione mortale avvenuta all’esterno di un locale di Alatri, in provincia di Frosinone, nel marzo 2017. Per la sua morte erano stati accusati tre giovani ciociari, già condannati a 14 anni in Appello per l’omicidio ma in attesa della sentenza definitiva in Cassazione torneranno liberi. E’ quanto emerso nelle passate ore, come riferisce il quotidiano Corriere della Sera, dopo l’ordinanza del presidente della Corte d’appello di Roma che ha sottolineato la scadenza dei termini di custodia cautelare a carico di Paolo Palmisani, Mario Castagnacci e Michel Fortuna. A carico dei tre resterebbe solo l’obbligo di dimora e il divieto di allontanarsi dalla propria abitazione nelle ore notturne.
Una notizia che avrebbe gettato nello sconforto la famiglia della vittima, che già nei primi due gradi di giudizio non era rimasta particolarmente soddisfatta dell’esito dei processi. In entrambi i primi due gradi, infatti, i giudici non avevano riconosciuto l’accusa di omicidio volontario derubricandolo in preterintenzionale.
OMICIDIO EMANUELE MORGANTI: LA DELUSIONE DELLA FAMIGLIA
Secondo l’accusa, il giovane ventenne Emanuele Morganti sarebbe morto dopo una sorta di caccia all’uomo in seguito ad una banali lite scaturita in un locale notturno. Le due sentenze di primo e secondo grado si erano basate essenzialmente sulla perizia medico legale secondo la quale il giovane non era morto per le botte ricevute bensì in seguito all’urto contro un’auto in sosta mentre cercava di scappare dai suoi aggressori. Palmisani e Fortuna già da alcuni mesi si trovavano ai domiciliari, mentre Castagnacci è ancora in carcere a Regina Coeli per altri reati legati allo spaccio di droga. Duro il commento di Melissa, sorella di Emanuele Morganti, come riferisce Il Messaggero che cita le sue parole: “Ci sentiamo delusi da questa giustizia che favorisce i delinquenti e che grazie alle lungaggini della burocrazia rimette in libertà degli assassini. In un paese civile cose di questo genere non dovrebbero accadere. Emanuele e la nostra famiglia uccisi ancora una volta”. Ad esprimere la delusione è stato anche il sindaco di Alatri, Giuseppe Morini: “È scandaloso che a questa famiglia sia stato negato anche il diritto di una condanna certa in tempi ragionevoli”. A questo punto non resta che la Cassazione.