Il Consiglio dei Ministri imperniato sul Dl semplificazioni e governance Pnrr si è risolto, come detto, con alcune certezze e, fra di esse, spicca l’assenza futura di balzelli sui certificati anagrafici digitali, dallo stato di famiglia al certificato di nascita o di residenza; in particolare, per tutti gli atti scaricati attraverso l’anagrafe tributaria della popolazione residente, non si pagheranno più imposte come il bollo da 16 euro o i diritti di segreteria.
Lo riporta l’agenzia di stampa nazionale ANSA, che specifica che tale esonero è previsto dalla bozza del decreto Recovery con le semplificazioni e la governance del piano. Nel testo si precisa che i certificati digitali saranno “in ogni caso, senza oneri per il richiedente”. Altra novità: come “requisito necessario” per le aziende che partecipino alle gare del Recovery Plan, figura l’obbligo inaggirabile di assumere una quota, non inferiore al 30%, di giovani under 36 e donne, per rilanciare sul mercato del lavoro le cosiddette quote rosa e garantire un futuro professionale alle nuove generazioni, spesso in difficoltà nel trovare un impiego. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
DECRETO RECOVERY, VIA LIBERA DEL CDM
È terminato a palazzo Chigi il Consiglio dei ministri sul Dl semplificazioni e governance Pnrr. C’è il via libera al decreto Recovery che norma le regole sulla governance del Pnrr ma fissa anche le regole sulle semplificazioni. Il provvedimento, stando a quanto riportato dall’AdnKronos che ha visionato una bozza, è formato da 68 articoli. Non c’è la proroga, ma sale dal 40 al 50 per cento la soglia per i subappalti. Non possono superare tale quota dell’importo complessivo del contratto di lavori, servizi o forniture. Tale disposizione è prevista fino al 31 ottobre 2021. Nel testo si legge anche che il subappaltatore deve garantire «gli stessi standard qualitativi e prestazionali previsti nel contratto di appalto e riconoscere ai lavoratori un trattamento economico e normativo non inferiore a quello che avrebbe garantito il contraente principale», compresa l’applicazione degli stessi contratti collettivi nazionali di lavoro, se le attività oggetto di subappalto coincidano con quelle caratterizzanti l’oggetto dell’appalto o riguardino le lavorazioni relative alle categorie prevalenti e siano incluse nell’oggetto sociale del contraente principale. L’obiettivo del Dl semplificazione è garantire una tutela delle condizioni di lavoro, salute e sicurezza dei lavori più intesa e prevenire il rischio di infiltrazioni criminali. Quindi, le stazioni appaltanti «indicano nei documenti di gara le prestazioni o lavorazioni oggetto del contratto di appalto da eseguire», inoltre devono «rafforzare il controllo delle attività di cantiere e più in generale dei luoghi di lavoro». Il contratto di appalto, si legge nella bozza, «non può essere ceduto, non può essere affidata a terzi l’integrale esecuzione delle prestazioni o lavorazioni oggetto del contratto di appalto». C’è poi la questione superbonus 110%, che è stato stralciato per gli alberghi e le pensioni, mentre viene esteso a case di cura ed ospedali, poliambulatori, case di cura, collegi e convitti e proprietari di immobili rientranti nelle categorie catastali B/1, B/2 e D/4. Inoltre, saltano le assunzioni di 350 tecnici per l’attuazione delle disposizioni sulla governance del Pnrr. Non c’è infatti la norma prevista nella bozza precedente. (agg. di Silvana Palazzo)
NODO APPALTI
Non è ancora giunta la convocazione del Cdm ma dovrebbe avvenire attorno al pomeriggio, dopo gli impegni istituzionali del Premier Draghi di questa mattina: il varo del Decreto “Recovery” è però prossimo all’approvazione, con un ultimo tavolo tecnico giunto ieri sera dopo l’incontro con i sindacati. Nel Dl si unirà Semplificazioni e Governance PNRR, elemento fondamentale per non rischiare di perdere la prima tranche d 27 miliardi di euro in arrivo da Bruxelles entro luglio sul Recovery Fund. Se lo stop alle gare con massimo ribasso ha messo d’accordo tutti, dai sindacati ai partiti al Governo, è sul nodo dei subappalti che Draghi dovrà condurre trattativa di compromesso fino all’ultimo: la Lega di Matteo Salvini vorrebbe superare il codice degli appalti, mentre sindacati e centrosinistra (con in prima linea i Ministri Orlando e Speranza) che chiedono invece di non smantellare del tutto le attuali regole.
«C’è la necessità quindi di tenere insieme il rispetto del diritto Ue che prevede il superamento dei limiti al subappalto con la massima tutela del lavoro e della legalità», ha spiegato ieri Draghi a Palazzo Chigi, facendo ben intendere come su questo punto sia più vicino alle tesi del Centrodestra per poter avviare fin da subito in maniera accelerata il PNRR. Come riportano le fonti di Governo a Sky Tg24, il possibile accordo di partenza vedrebbe la proroga almeno fino al 2023 della soglia – prevista dal decreto semplificazioni del governo Conte – del 40% per i subappalti. Si ipotizza però di salire fino al 60% o addirittura superarla, «accompagnando la misura con tutele per i lavoratori o modulando l’intervento con il rinvio di una parte della riforma alla delega sugli appalti prevista in un secondo momento. Sul tema dei subappalti comunque si media ancora». Martedì è invece convocato un altro Cdm per lanciare un altro decreto legato alla struttura del Recovery Plan, il Dl Assunzioni PA, non prima di un nuovo confronto del Ministro Brunetta con i sindacati.
LA BOZZA DEL DL RECOVERY
Dopo il vertice a Palazzo Chigi sul Decreto Semplificazioni, i sindacati hanno annunciato all’uscita lo stralcio dalla bozza di ogni riferimento al massimo ribasso sugli appalti: «c’è un’apertura a discutere sulla soglia del 40%. Tra un’ora parte riunione tecnica che proseguirà anche nei prossimi giorni», spiega il segretario Uil Bombardieri. «Siamo stati convocati per discutere il decreto semplificazioni e le cose che ci sono state indicate le consideriamo importanti: dentro il decreto che dovrebbe andare domani in Consiglio dei ministri infatti è stato tolto qualsiasi riferimento alle gare al massimo ribasso. Lo consideriamo un fatto positivo – ha invece spiegato ai cronisti il leader Cgil, Maurizio Landini – perché è sotto gli occhi di tutti ciò che la logica del massimo ribasso ha determinato nel nostro Paese: i danni che ha fatto ai lavoratori ma anche alla qualità delle opere senza parlare dell’agevolazione all’ingresso della malavita organizzata».
Draghi ai sindacati riuniti a Palazzo Chigi ha invece fatto intendere di non essere per niente allineato alle richieste su codice degli appalti e altre norme del Dl Semplificazioni, dicendo «ho le mie idee ma confrontiamoci». Sale a 65 articoli la nuova bozza del decreto “Recovery” che dovrebbe unisce semplificazioni e governance per il Piano italiano di ripresa e resilienza (fonte ANSA): le deroghe per gli appalti già previste e in vigore vengono prorogate fino a giugno 2023 (non più fino al 2026) mentre ancora da decidere il tema importante dei subappalti. Nei primi 17 articoli il Decreto dovrebbe definire la governance del PNRR, con la cabina di regia politica fino ai meccanismi di audit e controllo. In serata Palazzo Chigi fa sapere che il confronto con i sindacati sul PNRR sarà costante e serrato.
DOMANI IL CDM SUL DL SEMPLIFICAZIONI
In mattinata la cabina di regia a Palazzo Chigi ha visionato la bozza del Decreto Semplificazioni, assieme al Dl Governance PNRR e dovrebbe portare ad un Consiglio dei Ministri entro domani: la conferma dalla Ministra alla Famiglia Elena Bonetti è giunta all’uscita dalla riunione con il Premier Draghi e agli altri capidelegazione di maggioranza, «Penso che si chiuda domani. Stiamo costruendo il provvedimento,è un passaggio chiave. La situazione si sta ricomponendo grazie al metodo dell’efficacia e dell’efficienza del presidente Draghi. Cdm domani? Penso di sì», spiega la capodelegazione di Italia Viva.
Durante la cabina di regia si sarebbe raggiunto l’accordo sullo stop alla norma per il “massimo ribasso” sulle opere pubbliche, con soddisfazione della Lega: «esprimiamo grande soddisfazione, non si parlerà più di appalti al massimo ribasso per le opere pubbliche, che non tutelano l’interesse collettivo e nemmeno quello delle imprese sane. Semplificare e velocizzare è fondamentale per la ripartenza del Paese, garantendo sicurezza ai lavoratori, certezza alle imprese e qualità delle opere», ha commentato Matteo Salvini al termine della cabina di regia.
In un momento molto complesso nei rapporti di maggioranza – lo scontro sui licenziamenti e il tema proprio del Dl Semplificazioni sul codice degli appalti – Draghi punta alla mediazione con il consueto metodo “pragmatico” volto ad accelerare le norme attuative che permetteranno l’avvio del PNRR: «si è convenuto che il Governo, nel costruire i tre pilastri essenziali per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), seguirà un approccio unitario complessivo che riguarderà contestualmente la progettazione della governance del Pnrr, le semplificazioni normative e un piano di reclutamento nella Pubblica Amministrazione. Questi tre elementi – spiegano fonti di Governo alle agenzie – costituiscono il presupposto necessario per poter associare alla complessità del Pnrr un quadro normativo appropriato, un modello di gestione efficace e un’adeguata disponibilità di competenze».
DL SEMPLIFICAZIONI, TUTTE LE NOVITÀ
Tra le principali novità del Decreto Semplificazioni, con varo finale atteso domani in Cdm (ancora non convocato), lo stralcio del criterio sul massimo ribasso negli appalti mentre rimarrebbe quello sui subappalti che ha fatto scatenare sindacati e sinistra di Governo nella prima presentazione delle bozze: a quanto risulta dal Sole 24ore, oggi pomeriggio alle ore 16 il Premier Draghi insieme al Ministro del Lavoro Andrea Orlando attende a Palazzo Chigi la delegazione di Cgil, Cisl e Uil per discutere delle norme più contestate del Dl Semplificazioni (incontro richiesto dai Ministri Speranza e Orlando, fanno sapere le fonti all’Adnkronos).
A Repubblica il segretario generale Maurizio Landini ha attaccato il metodo del Governo Draghi, «Mi sono stancato di dover discutere di cose così importanti per telefono o per tv, questo metodo non funziona. Il governo – conclude il n. 1 Cgil – si era impegnato con noi, il 5 maggio, a discutere a un tavolo di trattativa, prima che venisse fatto sia il decreto semplificazioni sia quello sulla governance, semplicemente non è stato fatto. Noi non siamo mai stati convocati su queste cose. Non si può cambiare questo Paese senza coinvolgere il mondo del lavoro». Per il Ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli (capodelegazione M5s in cabina di regia), «Il Paese ha bisogno di procedure semplificate per portare a compimento le opere previste nel Pnrr ma al contempo di non indietreggiare sulla legalità e i controlli. Per quanto riguardo i licenziamenti, credo che il compromesso finale che ha trattato il ministro Orlando credo che soddisfi anche la composizione del governo».