RIFORMA PENSIONI, IL RAPPORTO DELLA CORTE DEI CONTI
Nel Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica 2021 della Corte dei conti viene evidenziato come la spesa previdenziale l’anno scorso sia stata pari a 341 miliardi di euro, 23 in più rispetto al 2019. Come riporta il sito del Sole 24 Ore, “l’aumento della spesa per le sole pensioni si è stabilizzata sul 2,4 per cento (+6 miliardi), ma la straordinaria caduta dell’attività economica ne ha fatto crescere la sua incidenza sul Pil al 17,1 per cento (dal 15,4 per cento). La Corte dei Conti spiega anche che hanno contribuito alla crescita della spesa previdenziale le misure di riforma pensioni inserite nella Legge di bilancio 2019, ovvero “Quota 100 e il blocco dell’adeguamento alla speranza di vita dell’anzianità contributiva per l’accesso a pensione anticipata”.
I DATI SU QUOTA 100
Infatti, “al 31 gennaio 2021 il numero di pensioni complessivamente liquidate con Quota 100 risultava pari a 278 mila, prevalentemente riferibili a lavoratori maschi del settore privato. L’anzianità media di contribuzione è risultata pari a 40 anni, di cui 19 nel sistema retributivo (24 nel 2019)”. Dal Rapporto emerge che “sono proseguiti i pensionamenti in deroga anche attraverso gli altri due principali canali di uscita anticipata, Opzione donna e Ape sociale: nel 2020 sono state accolte rispettivamente 16.300 e 10.800 domande”. Per la Corte dei Conti, “quale che sia l’evoluzione programmatica del prossimo biennio, la spesa previdenziale potrà rappresentare un rilevante elemento critico per i conti pubblici”. Parole che non sembrano favorire nuove misure di flessibilità per il post-Quota 100.
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