Volto di punta del Partito Democratico in Calabria, Nicola Irto ha deciso di rinunciare alla candidatura a governatore. Il 39enne ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de L’Espresso e non ha usato mezzi termini per criticare la gestione dem, mondo diventato «epicentro della lotta fra correnti»: «Rinuncio all’incarico e chiedo a Enrico Letta di trovare una soluzione per non continuare a svilire la dignità degli elettori e dei militanti del Pd in Calabria».
Nicola Irto ha spiegato che il Partito Democratico deve cambiare, puntando sulla nuova generazione, anche se questa viene vista con fastidio «da chi pensa solo a fare carriera»: «Non possiamo ridurci ai feudi, dobbiamo essere una comunità aperta. Non possiamo solo pensare con chi ci alleiamo: il Pd deve dire cosa vuol fare, se vuol parlare agli elettori».
NICOLA IRTO IN TACKLE SUL PD
Nicola Irto ha accusato i dem di parlare di coalizione e non di programmi, senza pensare dunque ai problemi strutturali della Calabria. Non c’è una visione di futuro, ha spiegato il 39enne, e il Partito Democratico sta compiendo l’errore di suddividersi in piccoli feudi «che giocano a fare gli strateghi per garantirsi una poltrona». Sulla scelta di ritirare la sua candidatura a governatore, Nicola Irto ha sottolineato di aver visto solo stallo e tatticismo: «Nessuno vuole discutere di contenuti: solo di tattica, credendo di prendere un voto in più». Giudizio particolarmente duro su Luigi De Magistris: «È stata una ingenuità politica continuare a inseguire de Magistris, che ha scelto di candidarsi in Calabria per fuggire da Napoli e, dopo averla lasciata in un mare di debiti, pensa di trovare qui un rifugio politico o una terra di conquista»