Risponde all’accusa di “scatarrata” dell’ex Ministra Azzolina, ribadisce il senso della “vittoria” sul vitalizio e si toglie diversi altri “sassolini” dalle scarpe: è Roberto Formigoni, intervistato per oltre mezz’ora da Le Iene (qui il video integrale, ndr) con l’inviata Giulia Innocenzi. Raggiunto nell’appartamento a Milano dove sta scontando i domiciliari (per la sentenza di condanna per corruzione), l’ex Governatore della Lombardia torna sulla decisione del Senato di rassegnargli il vitalizio (la pensione, ndr) sfruttando proprio una norma contenuta nella legge di chi si oppone con tutte le forze al “vitalizio formigoniano”: grazie al Reddito di Cittadinanza – e dunque al M5s – Formigoni e altri politici condannati negli scorsi anni, potranno comunque accedere al diritto sacrosanto per legge di ricevere la pensione mensile.
«Ricevo attorno ai 2000 euro al mese. O quello oppure non ho niente. Tenga conto che mi è stato sequestrato tutto», spiega Formigoni alle Iene confermando che dalla Corte dei Conti si è provveduto allo stop di vitalizio da Regione Lombardia. «La commissione di garanzia mi ha dato pienamente ragione, ha stabilito quindi che la sentenza Grasso (con la quale venne sospeso il vitalizio ai condannati, ndr) non stava né in cielo né in terra – continua Formigoni – In termini di diritto ha riconosciuto il mio diritto a non morire di stenti».
FORMIGONI: “LASCIATEMI LAVORARE!”
L’ex senatore chiede poi in più passaggi di poter lavorare così da poter contribuire attivamente al risarcimento previsto dalla sentenza (47 milioni di euro, ndr): «Se mi lasciassero lavorare potrei trovare un lavoro significativo e potrei magari fare quello che devo. Sono stato aiutato in questi mesi dagli amici che mi hanno permesso di sopravvivere». Il suo vitalizio, tanto contestato da M5s e sinistra “giustizialista” per Formigoni è una semplice «vittoria del diritto, Il diritto che dice che in Italia nessuno deve morire per stenti». Lo aiutano gli amici e le persone a lui sempre accanto, racconta l’ex Presidente della Lombardia, ma questo non significa che di quei soldi non ne abbia diritto e bisogno, «Forse qualcuno sperava che gli amici mi abbandonassero». Secondo la “iena” Innocenzi è comunque un paradosso «che chi è condannato per corruzione poi venga “premiato” con i soldi dei cittadini», ma qui Formigoni reagisce nell’intervista a rilancia «premiato? I soldi sono i miei. No, non sono dello Stato, i soldi sono la rinuncia a una parte dell’emolumento che io ho fatto per 16 anni, mese per mese». Alla reazione dell’inviata, l’ex Governatore ribadisce il concetto concludendo «lo Stato non mi paga con i suoi soldi, mi perdoni, se insisto nel dire che 60 milioni di italiani non tirano fuori 1 centesimo da dare a me. Sono tutti risparmi messi via da me». Capitolo finale, la replica diretta alla ex Ministra M5s Lucia Azzolina che definì pochi giorni fa una «scatarrata», la decisione di restituire il vitalizio a Roberto Formigoni: «A me il nome Azzolina fa venire in mente i banchi a rotelle che ho visto accatastati in molte scuole… […] Io vedo che c’è un’insistenza straordinaria nei confronti di Formigoni, sono i 5 stelle che la portano avanti».