Già prima della battaglia in Parlamento sul Ddl Zan, l’avvocato e giurista Guido Alpa – il “mentore” e maestro dell’ex premier Giuseppe Conte – rilanciava la necessità di “educare ai nuovi diritti”: oggi nella lunga intervista a “Il Dubbio” è lo stesso legale a ribadire l’urgenza di riconquistare, ogni giorno se possibile, il diritto civile in proiezione di tutte le parti della società. Alpa fa proprio l’assunto di Stefano Rodotà nel suo ultimo libro “Il diritto di essere se stessi” e spiega al quotidiano «I diritti civili sono un terreno che deve essere continuamente riguadagnato».
Tra Ddl Zan e simili, la lotta per un “diritto di avere diritti” è il passo fondamentale secondo Guido Alpa: «bisogna dire che da un lato, nei rapporti sociali che via via si sono evoluti, sono rimasti dei residui preoccupanti di antisemitismo, di intolleranza nei confronti dei gay e atteggiamenti che possono danneggiare e ledere i diritti delle donne. Ci sono poi forme di “servitù personale” che si impongono ai lavoratori immigrati, privi di qualsiasi garanzia». L’avvocato passa poi allo “scanner” le principali problematiche presenti oggi sulle varie forme di discriminazione ed “hate speech”, notando come nella società vi siano «fenomeni che indicano che ci sono ancora delle sacche di intolleranza che devono essere combattute con vigore».
IL DDL ZAN E LA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE
Per Guido Alpa il disegno di legge contro l’omobitransfobia è un «segno di civiltà», anche se questo non significa ovviamente «introdurre delle norme penali in bianco e neppure limitare eccessivamente la libertà di espressione, di opinione e di stampa». Al monito lanciato dall’esperto giurista si aggiunge la considerazione circa quello che dovrebbe diventare il Ddl Zan nel momento dell’approvazione «riportare ad equilibrio un sistema nel quale certe volte la libertà di espressione non è bilanciata con i diritti fondamentali della persona e quindi finisce per essere ingiustamente lesiva». La critica di Alpa si sposta poi a chi contrasta il Ddl Zan, considerato come un «deficit di democrazia e una regressione» nella battaglia sui diritti. Per il “mentore” di Conte l’obiezione fatta al ddl a firma Pd secondo cui vi sono già nell’ordinamento italiano le norme adeguate contro le discriminazioni, sono erronee: «mi pare che i risultati di quelle norme che si invocano siano deludenti. E se è necessario cambiare il sistema normativo, bisogna farlo. Proprio perché l’applicazione di quelle disposizioni è risultato insufficiente a garantire una adeguata tutela delle persone». Il rafforzamento dei diritti è un processo continuo e costante che prosegue da anni, ma occorre porre attenzione ad un rischio: conclude Guido Alpa, «a forza di inquadrare l’individuo con formule giuridiche si rischia di “costringerlo”, lasciando indietro qualcuno? Certamente. Anche perché ci sono tante situazioni di difficoltà in cui si trova la persona che il legislatore per il momento non ha preso in grande considerazione. Mi riferisco in particolare ai disabili e agli anziani. Si avverte per queste categorie, che sono categorie deboli, un deficit di difesa».