Si fa presto a parlare di frontiere aperte, di green pass europeo, di libertà di spostamenti. In realtà, l’Ue si sta rivelando ancora una volta disunita, con i 27 Stati membri che procedono in ordine sparso, quasi a voler sottolineare che questa terra è la mia terra, e qui comando solo io. Giù le mani da qualsiasi cessione di sovranità, ostinati perfino in questa sciagura mondiale, la medesima in ogni dove, che è la pandemia da Covid.
Così, si passa dalle norme applicate in alcuni Stati – grossomodo quelli dove il Pil generato dal turismo è più consistente – in cui si accettano i vaccinati con qualsiasi tipo di siero (non solo quelli con l’ok di Ema) e ci si limita a dare per buono qualsiasi tipo di certificato comprovi la guarigione o una negatività, affidandosi per altro non a controlli estesi, ma a carotaggi random (come la Grecia); a quelle più stringenti introdotte in altri, dove si richiede la doppia vaccinazione, un test molecolare effettuato 72 ore prima (Austria), o dove è necessaria una doppia vaccinazione a 7 giorni con Pfizer, 14 per Moderna e Johnson, 21 per Astrazeneca (Slovenia).
In generale, in Italia vale fino a fine luglio quanto disposto dal Dpcm dello scorso 2 marzo: viaggi consentiti verso gli Stati compresi nelle liste A e C. In lista A solo Stato Città del Vaticano e Repubblica di San Marino. In lista C Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca (incluse isole Far Oer e Groenlandia), Estonia, Finlandia, Francia (inclusi i territori d’Oltremare), Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo (incluse Azzorre e Madeira), Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna (incluse Canarie), Svezia, Ungheria, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Regno Unito, Irlanda del Nord, Svizzera, Andorra, Principato di Monaco. In questi Stati, quindi, si potrebbe andare, ma… “è possibile che alcuni di questi applichino forme di restrizione all’ingresso”, avvisa il ministero degli Esteri, che consiglia caldamente un clic sul sito Viaggiare Sicuri prima di mettersi in viaggio.
Vediamo allora in dettaglio qual è la situazione in alcuni Stati (salvo variazioni dell’ultima ora), che resterà comunque più o meno la stessa anche dopo l’introduzione definitiva (annunciata per metà giugno) del green pass europeo, che già in dieci Paesi avanguardie (c’è anche l’Italia) si è iniziato a rilasciare. In pratica, anche con il “Covid certificate” non si potrà essere totalmente sicuri, e sarà bene verificare in anticipo le misure adottate dal Paese di destinazione. Resta invece confermato, almeno fino al prossimo dpcm, che non sono permessi gli spostamenti da e per Albania, Bosnia Erzegovina, Serbia, Montenegro, Macedonia del Nord, Kosovo, Moldavia, Bielorussia, Ucraina, Russia: restano consentiti solo i viaggi per motivi di studio, lavoro, salute o estrema necessità, non per motivi di turismo o familiari.
Cipro – A partire dal 1 marzo 2021 sono in vigore regole d’ingresso diverse secondo il Paese di provenienza, suddivisi in diverse categorie e colori in base alla situazione epidemiologica rilevata dal Centro europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie (ECDC). Dal 3 giugno l’Italia passa dal rosso all’arancione: è necessario presentare un certificato di test negativo vecchio non più di 72 ore, sottoscrivere una dichiarazione (“Cyprus Flight Pass”), da compilare online non prima di 24 ore prima del viaggio, ottenere quindi l’autorizzazione via e-mail. Chi ha completato il ciclo di vaccinazione può entrare senza restrizioni.
Croazia – Le persone provenienti da Paesi Ue compresi nella “lista verde” dell’ECDC possono entrare liberamente. Chi proviene da Paesi non inseriti in quella lista possono entrare presentando un tampone negativo effettuato nelle ultime 48 ore, o un certificato di vaccinazione se sono trascorsi 14 giorni dalla somministrazione della seconda dose, o la certificazione di guarigione. Si può anche effettuare il tampone all’arrivo e sottoporsi all’autoisolamento prima di ricevere l’esito negativo.
Francia – È necessario esibire un test molecolare di tipo Pcr real time (Pcr-rt) da effettuare nelle 72 ore precedenti la partenza. Il test antigenico non è accettato; esentati i minori di 11 anni. I test Pcr-rt non sono richiesti in caso di transito aeroportuale a condizione che non si lasci l’aeroporto e che il transito non sia superiore a 24 ore. Il test è obbligatorio anche per coloro che hanno già avuto il vaccino. Tutti coloro che entrano in Francia con qualsiasi mezzo devono compilare un’autocertificazione. Per ulteriori informazioni, e per il modello di autocertificazione, si rimanda al sito web dell’Ambasciata d’Italia a Parigi. Anche chi entra in automobile, se sprovvisto di test Pcr-rt valido, sarà respinto.
Malta – Dall’1 giugno 2021 qualsiasi viaggiatore in arrivo da qualsiasi paese elencato nelle zone “ambra” (Italia compresa) deve presentare un test Pcr Covid negativo eseguito non più di settantadue ore antecedenti, un modulo di autocertificazione e un modulo di localizzazione. Il mancato rispetto di quanto sopra comporterà il negato imbarco. Le persone che non riescono a produrre questo test saranno sottoposte a test Pcr obbligatorio e/o quarantena obbligatoria a pagamento.
Monaco – Obbligo di produrre all’arrivo un test Pcr (o molecolare) negativo eseguito nelle 72 ore precedenti l’arrivo, oppure di sottoporsi ad un test Pcr in loco, restando in quarantena in attesa del risultato. Ovviamente, bisogna osservare le disposizioni introdotte in Francia, visto che ingresso e uscita dal principato avvengono necessariamente quei territori.
Paesi Bassi – Introdotto nuovamente il sistema di codici-colore per indicare la rischiosità di un’aerea e il suo relativo avviso di viaggio. In arrivo da zone considerate a rischio (arancione, tra cui l’Italia), i passeggeri devono produrre un test rapido negativo eseguito non più di 24 ore prima dell’imbarco sull’aereo o sulla nave, o un test Pcr negativo eseguito non più di 72 ore prima. Inoltre, i viaggiatori devono effettuare 10 giorni di isolamento all’arrivo. Dopo 5 giorni possono effettuare un test Pcr: se negativo, l’isolamento termina.
Portogallo – I viaggiatori in arrivo dall’Italia o che facciano scalo in Portogallo continentale sono tenuti a presentare un test molecolare Pcr-rt negativo, realizzato entro le 72 ore precedenti. I bambini con età inferiore ai 24 mesi sono esentati.
Gran Bretagna e Irlanda del Nord – Vari adempimenti: risultato negativo di un test effettuato nei tre giorni precedenti il giorno della partenza; un formulario on-line (“travel locator form”); isolamento cautelare di 10 giorni, con due test a pagamento al secondo e all’ottavo giorno di autoisolamento nel Paese. Gli arrivi in Scozia, a prescindere dal Paese di provenienza, sono soggetti a quarantena nei Covid-hotel per dieci giorni a proprie spese.
Slovacchia – Isolamento domiciliare obbligatorio di 14 giorni, anche con la presentazione del risultato negativo di un test Covid. Deroghe per coloro che sono stati vaccinati e con un test negativo (antigenico risalente a non oltre le 48 ore o test Pcr risalente a non oltre le 72 ore precedenti).
Slovenia – L’Italia è inserita in una lista rossa: quarantena di 10 giorni all’ingresso, oppure un test molecolare entro le 48 ore precedenti, o presentare un certificato di guarigione, o presentare prova di vaccinazione, a 7 giorni dalla seconda dose.
Spagna – Nessun obbligo di quarantena. Vige l’obbligo di un test molecolare PCR negativo effettuato nelle 72 ore antecedenti. Non sono ammessi i test rapidi, nemmeno per le Canarie. Prima dell’arrivo in Spagna è necessario anche compilare un “formulario di salute pubblica”, attraverso il sito internet spth.gob.es o la app Spain Travel Health-SPTH, ottenendo un codice QR da presentare (su dispositivo mobile o stampato) al proprio arrivo in Spagna.
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