Rino Gaetano
fu ucciso dai servizi segreti? Questa è la tesi dello scrittore Bruno Mautone, il quale l’ha approfondita in un terzo libro anche con documenti. Dunque, il cantautore, morto il 2 giugno di quarant’anni fa in un incidente stradale, potrebbe essere invece vittima di una vicenda decisamente inquietante. L’avvocato penalista, già sindaco di Agropoli, ha scritto un terzo libro che fornisce «conferme clamorose e documentali» rispetto all’ipotesi che aveva delineato negli scritti precedenti. Aveva, infatti, ipotizzato una sorta di parallelismo tra la morte del giornalista Mino Pecorelli, ucciso da killer rimasti ignoti, e quella di Rino Gaetano. «Li accomunavo per il coraggio dei temi affrontati sia nei testi del cantautore che negli articoli del giornalista pubblicati su “OP”», dichiara Mautone al Corriere della Sera. Questo legame sarebbe confermato da un documento della procura di Roma. L’avvocato e scrittore parla di un’ordinanza-sentenza del 13 agosto 1994 firmata dal giudice Otello Lupacchini. Riguardava indagini e atti istruttori sulla banda della Magliana.
«Ebbene, in sede di indagini emerge che il carissimo amico di Rino Gaetano nonché manager di vari suoi spettacoli, Ezio Radaelli, era stretto amico di Mino Pecorelli ma la cosa sconvolgente e inquietante è che Radaelli finanziava “OP” e Pecorelli».
RINO GAETANO UCCISO O MORTO PER INCIDENTE STRADALE?
Bruno Mautone
non si è fermato qui, perché ha cercato conferma alle sue tesi nei testi criptici di alcune delle più famose canzoni di Rino Gaetano nella sua ricerca della verità sulla morte del cantautore. Ad esempio, ipotizza che in “E Berta filava” i Mario e Gino citati nel brano siano Mario Tanassi e Luigi Cui detto Gino, coinvolti nello scandalo Loockeed. Inoltre, “il santo vestito d’amianto” potrebbe essere riconducibile a Eugenio Cefis, presidente Eni e Montedison. Quindi, per l’avvocato e scrittore «l’aver svelato tra le righe delle sue canzoni con poche parole-chiave fatti inquietanti a lui contemporanei gli costò caro». Al Corriere della Sera spiega anche che contesta anche la dinamica dell’incidente, precisando che anche nei giornali si accreditò una versione falsa. «Si parlò di scontro frontale con il camion e invece fu diagonale». Ma oggi non è possibile riaprire il caso sulla morte di Rino Gaetano: «La polizia stradale di Settebagni decise di distruggere tutto». Eppure due senatori, a 48 ore dalla morte, presenteranno un’interrogazione urgente per avere chiarimenti sull’incidente. Riguardo le reazioni della famiglia del cantautore, Mautone afferma: «La sorella all’inizio mi ha contestato, ora non dice più nulla».