Torino dice addio ad Angelo Piovano, l’uomo più tatuato d’Italia e l’over 65 con più tatuaggi al mondo, primati che gli avevano consentito di accedere nel Guinness World Records. In città lo conoscevano davvero tutti e qualsiasi abitante del capoluogo piemontese, almeno una volta nella vita, può dire di averlo incontrato. Ad annunciare la sua dipartita è stato il nipote dell’uomo, Marco Bruno, che ha utilizzato gli spazi digitali del social network Facebook per pubblicare il suo breve messaggio d’addio: “Angelo è mancato questa notte, adesso l’universo sarà ancora più colorato”. Parole che hanno suscitato il profondo cordoglio della popolazione sabauda, che si ritrova a piangere la morte dell’85enne più folkloristico dell’intero Piemonte.
Infatti, i social network sono stati letteralmente presi d’assalto, con decine e decine di post e di commenti tesi a rivolgere le condoglianze ai familiari dell’uomo e a ricordare alcuni momenti di vita condivisi insieme a lui. Immancabilmente, è giunto anche il commento del sindaco di Torino, Chiara Appendino, che ha salutato il suo concittadino con un semplice, ma significativo, “Ciao Angelo, ci mancherai”.
ANGELO PIOVANO È MORTO: ERA L’UOMO PIÙ TATUATO D’ITALIA
La morte di Angelo Piovano, l’uomo più tatuato d’Italia, è avvenuta nella notte tra venerdì 4 e sabato 5 giugno per via di un malore, stando a quanto si apprende. La sua vita non è stata tutta un tattoo: addirittura, sino all’età di 56 anni sul suo corpo non era presente neppure un tatuaggio e in quel periodo lavorava come operaio presso la Pirelli. Poi, dopo un doppio lutto che l’ha colpito (la morte della madre e dell’amata cagnolina Florinda), Piovano scelse di rifugiarsi nell’inchiostro per nascondere il suo dolore, trasformando il suo corpo via via in un disegno unico, tanto che il 98% della sua superficie corporea era ricoperto da disegni di varia natura. Nel suo piccolo, era divenuta una vera e propria star tra i tatuatori, ma non solo: il suo nome ha varcato i confini regionali e nazionali, facendo di lui una persona stimata e apprezzata anche all’estero.