Amore e fiducia per i prodotti di eccellenza Made in Italy, DOP e IGP, attenzione alla sostenibilità ambientale e lotta allo spreco alimentare. Questi gli elementi che i giovani italiani considerano irrinunciabili per la filiera agroalimentare di domani. È quanto emerge dallo studio condotto da AstraRicerche per McDonald’s sulle aspettative e i comportamenti dei ragazzi di età compresa tra i 15-25 anni nei confronti della transizione ecologica.
La ricerca conferma lo stretto rapporto che lega i teenager ai temi green. I numeri non lasciano dubbi: il 60% dei giovani conosce in modo chiaro il concetto di transizione ecologica della filiera alimentare, molto più del campione generale, per il quale il dato si ferma al 42,2%. E non solo: i giovani affermano infatti di volerne sapere di più in materia di sostenibilità legata al cibo (40% vs 35%), segno di un impegno realmente interessato e curioso.
Sostenibilità sotto la lente
La Generazione Z, ovvero quella che comprende i nati tra il 1997 e il 2010, si caratterizza del resto per una grande attenzione alla sensibilità “verde”. E anche qui l’indicazione viene dai dati: ben 7 giovani su 10 confermano questo atteggiamento. Giovani che allo stesso tempo mostrano anche una certa diffidenza nei confronti degli annunci che le aziende fanno in questo ambito: secondo l’indagine, infatti, si fidano davvero soltanto 4 intervistati su 10.
In particolare, i ragazzi danno priorità alla sostenibilità ambientale (è indicata dal 72% del campione), alle cui spalle si collocano quella economica di filiera (66%) e quella sociale (66%). Ma soprattutto, ben il 97% della GenZ si dice disposto a pagare di più un prodotto garantito come sostenibile, nella maggior parte dei casi (56%) perché reputa i prodotti “sostenibili” migliori anche dal punto di vista qualitativo.
Il rapporto con il cibo
L’interesse verso le istanze green non manca naturalmente di impattare anche sul rapporto con l’alimentazione. La ricerca lo dice chiaramente: i giovani sono attenti ai riflessi che la produzione di cibo produce nelle diverse fasi della filiera. Nel dettaglio, al primo posto sono indicati gli sprechi del consumatore (51%), seguiti da trasporto (47%), lavorazione/trasformazione industriale (44%) e packaging (40%).
La GenZ è poi sensibile al tema della valorizzazione delle eccellenze locali: il 51% del campione ritiene infatti che le differenti tradizioni alimentari delle Regioni siano uno dei massimi punti di forza del nostro Paese. E in linea con questo approccio è il livello di conoscenza delle certificazioni DOP e IGP (riguarda il 91% dei giovani intervistati), come pure la valutazione del marchio Made in Italy, reputato sinonimo di garanzia dal 66% degli intervistati.
Positiva è infine la considerazione che i giovani dimostrano verso la nostra ristorazione, giudicata un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo dal 70% del campione, parte fondamentale dell’economia (66%), in grado di dare lavoro a moltissimi italiani (66%). Un attore fondamentale anche a livello sociale. Le evidenze emerse dalla ricerca sono chiare: il 58% dei giovani intervistati si aspetta infatti che questo settore si adoperi per educare il consumatore a corretti stili alimentari e inviti i cittadini ad essere responsabili (55%); il 57% desidera che la politica ambientale dei locali in cui si reca sia ben esplicitata, il 56% preferirà i punti di ristorazione che lo faranno e il 52% presta già attenzione al fatto che i locali siano impegnati per ridurre l’impatto ambientale.
Numeri netti, insomma, che non lasciano spazi a interpretazioni: chi si occupa di ristorazione ha davanti a sé una sfida. “Credo – conferma Mario Federico, Amministratore Delegato McDonald’s Italia – che in questo passaggio la ristorazione abbia un ruolo fondamentale perché intercetta le esigenze dei consumatori e può farle risalire lungo tutta la filiera suggerendo agli altri attori quali azioni concrete mettere in pratica”.
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