30mila morti Covid non uccisi da Covid? Questo, in estrema ma concreta sintesi, è il quesito attorno al quale ruota lo studio condotto da Letizia Giorgianni per l’Ufficio Studi di Fratelli d’Italia e riportato in esclusiva sulle colonne de “Il Giornale”. In esso, stando a quanto si legge sul quotidiano, si ricorda che l’anno scorso i decessi sono aumentati di 85.624 unità, ma di questi soltanto 55.576 sarebbero stati causati dal virus Sars-CoV-2. Le restanti trentamila vittime, dunque, sono spirate per via del Coronavirus non emerso per colpa delle criticità evidenziate nella fase di tracciamento dei contagi oppure a determinare le dipartite sono state patologie non curate o trascurate a causa del lockdown e delle chiusure?
In base alla ricerca della Giorgianni, “se in un determinato territorio vi è stata una bassa quota di contagiati sul totale dei morti in eccesso, può voler dire che i malati di altre patologie non sono stati più curati e salvati come prima”. Non è un mistero, infatti, che nel corso del primo anno pandemico il sistema sanitario non abbia seguito al massimo delle sue possibilità i malati di tumore e quelli affetti da patologie cardiache, come si evince dai dati Agenas, secondo cui i primi sei mesi del 2020 hanno registrato un milione di ricoveri in meno rispetto al 2019.
30MILA MORTI, GIALLO IN ITALIA: COVID O ALTRE PATOLOGIE?
Il mistero sui 30mila morti in Italia nel 2020 viene rinvigorito da altri dati, pubblicati anch’essi su “Il Giornale”. In base a una ricerca dell’Università Cattolica, il 28% dei ricoveri non è stato effettuato o è stato rinviato nel periodo pandemico, con una riduzione delle attività ambulatoriali anche quando le terapie intensive si erano svuotate una prima volta. Un quadro decisamente grave, se si considera che la mortalità per infarto negli ultimi dodici mesi è triplicata (13,7%), seguita da quella legata ai tumori (180mila persone decedute). “La Repubblica” sottolinea che nel 2020 gli interventi alla mammella hanno fatto segnare un significativo -22%, quelli alla prostata un -24%, quelli alla tiroide un -31% e quelli al colono un -32%. La Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia ha asserito che “nel 2020 in Italia hanno subìto un rinvio il 99% degli interventi per tumore alla mammella, il 99,5% di quelli alla prostata, il 74,4% delle operazioni al colon retto”.