Beppe Signori ha vinto la sua battaglia con la giustizia, dieci lunghi anni in cui ha lottato con le unghie per dimostrare la sua innocenza e soprattutto la sua estraneità a un giro di scommesse illecite nel mondo del calcio. “Nessuno mi restituirà questi 10 anni – racconta oggi l’ex campione della Lazio e del Bologna ai microfoni del programma Radio anch’io Sport su Rai Radio 1 – è inutile però piangersi addosso, devo guardare avanti”.
Dopo l’assoluzione è giunta anche la riabilitazione a seguito di un provvedimento di grazia di Gabriele Gravina, numero uno della Federcalcio: “Sono stati 10 anni difficili – ha ribadito – ma come nel mio carattere sono sempre stato abituato a lottare fino alla fine. Non mi piaceva rimanere nel grigio di una prescrizione, ho preferito andare avanti: doveva essere o nero o bianco. E’ stato bianco e sono molto felice, ovviamente 10 anni cercherò di recuperarli da ora in poi”. Beppe Signori non vede l’ora di tornare a lavorare sul campo, spiegando: “Mi manca l’odore dell’erba del campo di gioco, quello di allenatore è il mio prossimo obiettivo”, e dando quindi un chiaro indizio circa il suo futuro.
BEPPE SIGNORI: “L’ITALIA AGLI EUROPEI PUO’ FARE BENE”
Beppe Signori ha già l’abilitazione per diventare tecnico, di conseguenza, ora dovrà solo iniziare ad operare sul rettangolo di gioco: “Dieci anni fa ho conseguito il patentino di allenatore – svela, fatti accaduti poco prima lo scandalo giudiziario emerso – è uno dei miei sogni e obiettivi pur sapendo tutte le difficoltà che oggi hanno anche allenatori più esperti di me nel trovare un posto”.
Infine il collega di Rai Radio 1 ha incalzato Beppe Signori sulle prospettive dell’Italia ai campionati di calcio europei, con l’esordio che avverrà questo venerdì, 11 giugno, contro la Turchia allo stadio Olimpico di Roma: “Le condizioni e le qualità per far bene agli Europei ci sono. Dopo degli anni bui Mancini sta ritrovando dei ragazzi con grandi qualità. Si sta aprendo un ciclo e l’Italia può andare veramente lontano. Poi si sa, vince solo uno, però possiamo essere protagonisti”.