La Corea del Nord “dichiara guerra” agli USA attraverso una decisione di Kim Jong-un, il quale desidera combattere ogni forma di influenza straniera: si arriva addirittura alla pena di morte per chi indossa i jeans, guarda film statunitensi, utilizza parole straniere o imita il taglio di capelli di pop star appartenenti ad altre nazioni. Sembra la trama di un film a metà tra il comico e il grottesco, invece è tutto vero e, come scrive il “Daily NKRI”, soltanto pochi giorni fa tre minorenni sono finiti in carcere per via del loro taglio di capelli che emulava personalità celebri della Corea del Sud e per i loro risvoltini ai pantaloni.
Filtrano, poi, altre indiscrezioni attorno a quelli che Kim ha definito come “veleni pericolosi”: per legge, coloro che saranno sorpresi a visionare produzioni cinematografiche realizzate non soltanto negli Stati Uniti d’America, ma anche nel vicino Giappone o, peggio ancora, in Corea del Sud, rischieranno fino a quindici anni nei campi di internamento, arrivando addirittura a rischiare la vita per effetto dell’introduzione della pena di morte per punire questi “reati”…
COREA DEL NORD, GUERRA AGLI USA: BANDITI I JEANS E…
Il proibizionismo varato da Kim Jong-un nei confronti dei prodotti stranieri, soprattutto quelli made in USA come i jeans, sta creando scandalo in Corea del Nord, dove, a detta della BBC, Kim starebbe provando in tutti i modi di porre una censura alla stampa, così da evitare che qualsiasi informazione relativa a questo provvedimento possa trapelare e raggiungere gli altri Paesi mondiali. Intanto, Sky Tg 24 riporta un’altra notizia relativa alla Corea: l’organismo di vigilanza atomica delle Nazioni Unite ha rilevato “indicazioni di possibili lavori di ritrattamento per separare il plutonio dal combustibile esaurito del reattore che potrebbe essere utilizzato nelle armi nucleari” e “l’Agenzia internazionale per l’energia atomica non ha avuto accesso da quando Pyongyang ha espulso i suoi ispettori nel 2009”. Ecco, questi sono i veri temi attorno a cui sarebbe d’uopo mettersi a ragionare: non certo i jeans o i film USA…