Il programma di Rai Uno “Storie Italiane” ha comunicato un’altra informazione importante sul caso Denise Pipitone: il portale “Live Sicilia” ha riportato un’indiscrezione secondo cui l’autore della famosa lettera anonima avrebbe incontrato l’avvocato di Piera Maggio, Giacomo Frazzitta, e fissato un incontro in Procura. Nel testo si parlerebbe delle persone che si trovavano a bordo dell’auto presumibilmente utilizzata per il rapimento della bambina, però il riferimento sarebbe non alla missiva svelata ieri pomeriggio dalla trasmissione “Ore 14”, bensì alla precedente lettera inviata al legale Frazzitta nelle settimane scorse.
Rimangono invece i dubbi sui contenuti della nuova lettera, sui quali non è stato ancora rivelato nulla per evitare di ostacolare in qualche modo, seppur involontariamente, l’attività investigativa attualmente in corso sulla scomparsa di Denise, su cui da diciassette anni si continua assiduamente a cercare una verità fino a questo momento non ancora emersa. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
LETTERA NUOVO TESTIMONE SUL CASO DENISE PIPITONE: SCRITTA DAL CARCERE?
La lettera firmata e scritta dal nuovo testimone del caso Denise Pipitone è stata analizzata anche a “Storie Italiane”, programma di Rai Uno condotto da Eleonora Daniele, nella puntata di oggi, martedì 8 giugno 2021. Vladimir Luxuria, ospite in studio in qualità di opinionista, ha sottolineato come il suo autore non voglia diventare un collaboratore di giustizia: “Non sarà mai un Buscetta. C’è di mezzo la mafia, la paura, il rischio di vendette”. Per la prima volta in diciassette anni, però, qualcuno ha scelto di osare, di uscire allo scoperto con il proprio nome: la Procura sta vagliando con attenzione questo testimone e da questa missiva potrebbero emergere indicazioni fondamentali e mai possedute finora sul rapimento della bambina a Mazara del Vallo. Massimo Lugli, noto giallista, è quindi intervenuto dicendo che, a suo giudizio la lettera sia stata scritta da “un infame di galera”, da una persona che si trova detenuta in carcere e che potrebbe avere raccontato falsità soltanto per ottenere sconti e privilegi e depistare le indagini ripartite proprio in questo periodo. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
DENISE PIPITONE, “ORE 14” MOSTRA LETTERA NUOVO TESTIMONE
Claudio Corona c’entra qualcosa con la scomparsa di Denise Pipitone? Se lo chiede “Ore 14”, che ha mostrato in esclusiva la lettera di un nuovo testimone al vaglio della Procura di Marsala. Sembra stia crollando il muro di omertà, come fa notare il programma che è tornato in onda proprio per fornire le importanti novità sul caso. “Non sono un collaboratore di giustizia e mai lo sarò. Ho frequentato molto Claudio Corona”, scrive questa persona che ha deciso di uscire allo scoperto con gli inquirenti. Il programma non l’ha mostrata integralmente per non compromettere le delicate indagini. Ma ad attirare l’attenzione è un passaggio: “Ho tante cose da dire per tutelare me, la mia famiglia e forse finalmente scoprire la verità su Denise”. Inoltre, nella missiva precisa: “Io voglio la verità su Denise, donne e bambini non si toccano”. Allora il programma condotto da Milo Infante ha acceso i riflettori sul fratello di Anna Corona, mai coinvolto nella vicenda della scomparsa di Denise Pipitone. Spiegano che ha un’agenzia di vigilanza non armata, che si occupa di servizi portuali, guardiani, portierato, accoglienza e addetti antincendio Alto Rischio. “Ma un pregiudicato può offrire servizi di sicurezza e garantire il regolare svolgimento di manifestazioni pubbliche?”. Claudio Corona è stato, infatti, condannato per traffico di droga.
DENISE PIPITONE, LETTERA TIRA IN BALLO CLAUDO CORONA
Il programma spiega che non potrebbe, visto che la licenza viene rilasciata dal prefetto. Inoltre, l’iscrizione è subordinata al possesso di alcuni requisiti, come “non essere stati condannati, anche con sentenza non definitiva, per delitti non colposi”. Quindi, Claudio Corona non può lavorare in questo settore. A tal proposito, “Ore 14” ha scoperto che non ha alcuna autorizzazione dalla prefettura di Trapani. Peraltro, la G Service non ha alcun sito aziendale, non c’è poi alcuna corrispondenza con l’indirizzo della sede e il numero di telefono indicati sulla pagina social. Quindi, formalmente non esiste, ma lui continua a lavorare indisturbato. Esiste invece la Servizi portuali società cooperativa, con sede a Mazara del Vallo, cinque dipendenti e tre amministratori. Lui risulta vicepresidente, la madre consigliera e presidente una persona che dai social sembra molto vicina a lui. Il conduttore Milo Infante ha precisato che Claudio Corona non è indagato, ma i riflettori vengono puntati su di lui dopo questa lettera, di cui le parti più importanti non sono state pubblicate per non intralciare le indagini. In studio poi ci si concentra sul fatto che il testimone abbia precisato nella lettera di non essere un collaboratore di giustizia e di aver sottolineato che “donne e bambini non si toccano”, un ‘canone’ della ‘vecchia mafia’. Milo Infante rivela che il testimone vuole parlare con una persona specifica e che non vuole che determinate persone si occupino della vicenda.