Il prossimo 15-16 luglio il Tribunale in Vaticano ha disposto l’inizio della discussione finale sul processo per presunti abusi sessuali al Preseminario San Pio X: alla sbarra Don Gabriele Martinelli, oggi 28enne ma allievo all’epoca dei fatti (tra il 2007 e il 2012) accusato di molestie e abusi ad un suo compagno in seminario “dei chierichetti del Papa”, ma anche l’ex rettore Don Enrico Radice (per aver intralciato le indagini).
Ieri mattina si è tenuta l’11esima udienza presso la Santa Sede con il presidente del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, Giuseppe Pignatone, che ha comunicato il calendario dei prossimi appuntamenti: 15 luglio saranno sentiti gli ultimi testimoni ammessi e il giorno dopo interverranno il promotore di giustizia e l’avvocato della difesa, mentre le repliche delle parti e poi la sentenza bisognerà attendere a fine settembre (fino al 20 settembre il Tribunale sarà in vacanza).
PROCESSO VATICANO, LE ULTIME NOVITÀ DAI TESTIMONI
Tra le ultime deposizioni inserite nel maxi fascicolo, Vatican News riporta di Don Marco Granoli all’epoca assistente spirituale nel Preseminario e morto per Covid nel 2020 ma anche di don Giampaolo Cozzi, segretario dell’Opera don Folci nel periodo oggetto di indagini e fino al 2016: a quest’ultimo il procuratore Pignatone ha chiesto motivo della non verbalizzazione della lettera di don Granoli al consiglio direttivo dell’Opera (del marzo 2013) dove consigliava di «non far proseguire il cammino verso l’ordinazione sacerdotale di Martinelli per gravissimi e veramente gravi motivi». Don Cozzi ha spiegato come il superiore dell’opera, don Angelo Magistrelli, «ci informò che don Granoli continuava a cambiare opinione sul giovane seminarista» (fonte stampa vaticana). A testimoniare come ultimo ieri Don Ambrogio Marinoni, economo del Preseminario e nell’equipe degli educatori all’epoca dei fatti: in prima battuta, spiega Vatican News nel report del processo, ha ammesso che l’ex allievo, presunto abusato, L.G. era timido e più debole di Martinelli. Non solo, «che col suo carisma e la capacità organizzativa era molto apprezzato da don Radice, fino a contare più di noi sacerdoti e dominava sui compagni che cercavano di ingraziarselo». Da ultimo, se L.G. non avesse avuto l’appoggio di K. – lo studente polacco che ha portato il caso dei presunti abusi alla ribalta sui mass media – per Marinoni «non avrebbe avuto il coraggio di denunciare. Avevo notato che per un periodo fu messo da parte da don Radice, non svolgeva più alcuni servizi liturgici, non so perché».