Mara Maionchi è stata ospite dell’ultima puntata di “Venus club”. Per il finale di stagione del programma di Lorella Boccia, la discografica e Iva Zanicchi hanno lasciato i panni di opinioniste per venire intervistate dalla ballerina. Nella lunga chiacchierata Mara Maionchi ha rivelato alcuni segreti dei talenti che ha scoperto nella sua lunga carriera nella musica. La discografica ha ricordato il suo primo incontro con Gianna Nannini: “Venne da me con una raccomandazione di uno importante di Siena e io pensai ‘mamma mia, che pa**e la solita raccomandata’ e invece questa ragazza si siede al pianoforte per farmi sentire una sua composizione… devo dire che la composizione era terribile, ma lei aveva questa timbrica di voce e un modo di suonare che non era tradizionale”. La Maionchi rimase colpita dall’emotività e dal mondo di comunicare della rocker di Siena, convinta che con le giuste canzoni avrebbe potuto fare strada: “La presi alla Ricordi, fece due dischi di una bruttezza unica, terribili, ma doveva scaricare questa sua necessità di scrivere, poi trovammo il giusto gruppo di lavoro e nacque l’album ‘America’ che fu un grande successo”.
Mara Maionchi: il ricordo di Mango
Mara Maionchi ha poi snocciolato qualche retroscena sugli esordi di Tiziano Ferro, scovato a un concorso dell’Accademia di Sanremo: “Aveva una timbrica di una bellezza fondamentale, aveva qualcosa di particolare, lo rincorremmo e firmammo un contratto di produzione”. Il problema del giovane cantante di Latina era di non essere forte nella scrittura ma Mara e il marito Alberto Salerno gli hanno insegnato le regole: “Trovammo la squadra e nacque ‘Non me lo so spiegare’, quando la sentimmo, capimmo che era nata una stella”. Infine la produttrice ha ricordato Mango, al secolo Giuseppe Mango, scomparso nel 2014 a soli 60 anni. “Lo amavo molto perché cantava in modo straordinario, se fosse nato all’estero sarebbe diventato una star. Lo misi a lavorare con Mogol e Salerno e dopo vario tempo uscì ‘Oro’. Purtroppo è morto giovane”, ha detto la Maionchi, seguita da un lungo applauso del pubblico in studio.