Nelle ultime ore l’incontro tra l’ambasciatore cinese, Beppe Grillo e Giuseppe Conte è stato indubbiamente oggetto di discussione, con l’assenza del futuro leader del Movimento 5 Stelle che ha suscitato parecchio scalpore. Peraltro, proprio in questi minuti, “Il Giornale” ha riportato un’indiscrezione secondo la quale una fonte del Parlamento avrebbe affermato che “sta per nascere il “Movimento 5 amici di Conte”, visto e considerato che l’ex presidente del Consiglio vorrebbe circondarsi di persone di sua estrema fiducia in questa nuova esperienza a carattere spiccatamente politico.
La fonte intervistata dal quotidiano ha poi rincarato la dose, sottolineando che “se Conte vuole farci fuori, ignorando chi ha portato il Movimento a essere la prima forza in Italia, gli daremo filo da torcere in questi mesi”. Addirittura, sostiene che per ottenere informazioni sul progetto di Conte, sia necessario chiedere novità ai colleghi del Partito Democratico: “Sembra assurdo, ma è successo. Loro sono a conoscenza di aspetti di cui siamo tenuti all’oscuro”. Insomma, l’avventura dell’ex premier si preannuncia decisamente “calda” e non solo per effetto delle temperature estive… (aggiornamento di Alessandro Nidi)
GRILLO INCONTRA AMBASCIATORE CINA, MA CONTE NON C’È
Arrivano importanti aggiornamenti sulla visita di Grillo e Conte all’ambasciata cinese. Come reso noto dal Corriere della Sera, l’ex premier non prenderà parte al vertice con l’ambasciatore Li Junhua. Un vertice che cade nel giorno in cui Draghi è al G7 e che ha scatenato il dibattito tra partiti. I partiti di Centrodestra, ma anche il Partito Democratico, hanno messo nel mirino il M5S. E non è da escludere che il passo indietro di Conte sia legato anche a questo… Il Corriere ha messo in risalto che nel Movimento è partito il pressing per evitare che i parlamentari si espongano sul tema, mentre Conte ha tenuto a fare chiarezza in una nota: «Per impegni e motivi personali, non ho potuto essere presente all’incontro con l’ambasciatore cinese. Ho incontrato già nelle scorse settimane vari ambasciatori e leader politici stranieri. L’ho fatto quale ex presidente del Consiglio e leader in pectore del Movimento 5 Stelle. L’ho fatto e continuerò a farlo anche nelle prossime settimane, incontrando leader e ambasciatori di tutti i continenti». Il leader grillino ha poi definito «pretestuose» le polemiche delle ultime ore. (Aggiornamento di MB)
GRILLO E CONTE, VISITA A LI JUNHUA
Alle prese con le faide interne, il Movimento 5 Stelle torna a riaccendere il dibattito politico. Il motivo? Il vertice riservato in programma oggi pomeriggio tra Beppe Grillo, Giuseppe Conte e l’ambasciatore della Cina. Come riportato dai colleghi di Adnkronos, il summit è stato fissato presso l’ambasciata di Pechino a Roma e si tratterebbe «di un normale incontro tra un rappresentante diplomatico di un Paese straniero ed esponenti politici italiani». La visita di Grillo e Conte all’ambasciata cinese ha scatenato immediatamente le ire del Centrodestra, senza dimenticare le polemiche passate sul rapporto tra il Movimento 5 Stelle e Pechino. Un vero e proprio caso diplomatico fu quello scatenato dall’ex premier nel gennaio 2021 quando, ancora da primo ministro, paragonò la Cina agli Stati Uniti e parlò di «valori e principi comuni» con l’Italia.
GRILLO-CONTE ALL’AMBASCIATA CINESE: IRA CENTRODESTRA
Come dicevamo, l’incontro tra Grillo, Conte e l’ambasciatore cinese ha scatenato le proteste del Centrodestra. In un post su Facebook, Giorgia Meloni ha spiegato che il summit all’ambasciata cinese è servito per fare ricevere al prossimo capo del Movimento 5 Stelle la benedizione di Pechino: «È la conferma di quello che abbiamo visto in questi anni al governo della Nazione: i grillini sono la quinta colonna del regime cinese in Italia». Ironico il giudizio di Maurizio Gasparri, a suo avviso quella di Grillo è la visita periodica per prendere ordini: «Grillo che ha scelto di diventare un ex comico per diventare politico, ora è diventato anche un ex politico per il suo clamoroso fallimento… Il fatto che ora prenda ordine dai cinesi ci preoccupa meno, perché per fortuna conta sempre meno», le parole dell’azzurro a Adnkronos.