Nichi Vendola non ci sta. L’ex presidente della Puglia lo scorso 31 maggio 2021 è stato condannato in primo grado a tre anni e sei mesi di reclusione con l’accusa di concussione aggravata nel processo Ilva. Secondo l’accusa, l’ex governatore avrebbe fatto pressioni sull’ex dg dell’Arpa della Puglia e il procedimento lo ha spinto a lasciare la scena politica.
In un lungo post pubblicato su Facebook, Nichi Vendola ha spiegato di aver scelto di difendersi nel processo e non dal processo, rinunciando a reagire alla campagna politico-mediata che si è svolta parallelamente allo stesso, attaccando: «Penso che il trasferimento dei processi dai tribunali ai talk show e la conseguente pressione mediatica nuocciano alla giustizia. Penso che la “guerra dei trent’anni” tra potere politico e potere giudiziario abbia fatto male alla nostra democrazia, diventando l’alibi che ha di fatto impedito una seria riforma della politica e della giustizia».
NICHI VENDOLA: “”
Nel suo lungo intervento social, Nichi Vendola ha spiegato di aver atteso otto anni di processo per essere restituito a questa storia e all’assoluta correttezza delle sue azioni, ma così non è stato. Nonostante ciò, il politico ha affermato di voler continuare a offrire «un punto di vista che deriva da un’inesausta passione politica, che è passione per la vita e il vivente, passione per il mondo e per i diritti»: «Credo sia urgente elevare il livello del dibattito pubblico alla luce delle lezioni della pandemia, che disvelano la fragilità dell’esistenza umana, ma anche la follia di un modello di sviluppo incentrato sul dominio del profitto e sull’irresponsabilità ambientale, e che ad oggi vedono come effetto dirompente il moltiplicarsi delle disuguaglianze».