Hanno fatto discutere le parole di Beppe Grillo nel famoso video in difesa del figlio Ciro accusato di presunto stupro di gruppo, nelle quali il fondatore del M5s usava frasi del calibro di “Viene stuprata la mattina e il pomeriggio va in kite surf” e “Ha denunciato solo dopo 8 giorni”. Parole che avrebbero potuto insinuare dubbi sull’attendibilità della ragazza che ha denunciato il figlio ed i suoi amici. Eppure, come spiega a Il Giornale la psicologa Silvia Bassi, la denuncia tardiva ed il ritorno alle proprie abitudini è un atteggiamento tipico delle vittime di violenza: “anzi è più raro il contrario”, ha precisato l’esperta. La psicologa ha cercato di spiegato quali sarebbero gli effetti sul piano psicologico a carico di chi subisce una violenza sessuale: “tendenzialmente si tratta di un disagio psicosomatico affettivo ed emotivo, che potrebbe arrivare a patologie conclamate”, dice. Chi subisce uno stupro potrebbe avere disturbi del sonno, alimentari, nelle relazioni interpersonali ma possono perfino sviluppare depressione e disturbo post-traumatico da stress. Non solo, come spiega la psicologa “nei casi più gravi, la persona traumatizzata potrebbe arrivare a separare le parti emotive da quella razionale, per proteggersi. Si tratta di un meccanismo di difesa inconscio”.
Possibili conseguenze potrebbero esserci anche nelle abitudini della vittima di violenza per via di quel senso di colpa e della vergogna tipici in questi casi. “Le vittime, spesso, potrebbero sentirsi responsabili per quello che è successo, provare colpa e vergogna e temere il giudizio degli altri. Di conseguenza si abbassa il senso di autostima e la fiducia nelle proprie capacità e si va verso la chiusura, l’isolamento e la tendenza a non relazionarsi con l’Altro”, ha proseguito l’esperta.
CASO GRILLO “DENUNCIA TARDIVA? È NORMALE”: PARLA LA PSICOLOGA
La denuncia nei casi di stupro è un aspetto molto importante. Secondo la psicologa intervistata da Il Giornale, spesso le vittime hanno difficoltà a denunciare poiché da quel momento si entra in un iter giuridico e psicologico in cui inevitabilmente si rivive il trauma: “chi ha subito violenza deve raccontare tutto di nuovo”. Per questo le vittime hanno bisogno di un importante supporto psicologico in questa fase. La psicologa ha anche spiegato le varie ragioni per cui spesso non si denuncia: “In primo luogo ci vuole del tempo per prendere consapevolezza dell’accaduto”, ha commentato. C’è poi la grande paura del giudizio ad influenzare la scelta della vittima. La dottoressa Bassi si è poi concentrata sul caso specifico relativo al figlio di Beppe Grillo: a suo dire l’atteggiamento della ragazza è assolutamente normale: “è normale che passi del tempo, anzi è forse più raro che si denunci subito. Non a caso il Codice Rosso ha aumentato i tempi per poter sporgere la denuncia. Spesso la vittima non si rende di quello che è accaduto e ha bisogno di tempo per prendere consapevolezza”, ha ribadito. Il tempo per rendersi conto di quanto accaduto è assolutamente soggettivo, “quindi è facile che anche nei giorni seguenti la vittima riprenda le proprie abituali attività, quasi per normalizzare quanto accaduto”. Infine ha chiarito la differenza sostanziale tra violenza del singolo e di gruppo. In quest’ultimo caso, “gli aggressori è come se si sentissero autorizzati dal branco a infliggere violenza sulla vittima inerme”.