È giunto ieri sera l’ok definitivo dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) per il mix di vaccini in Italia dopo il “caos” su AstraZeneca dato in precedenza agli over-60: stamane è il Ministero della Salute a rendere ufficiale il “mix” di vaccini (o vaccinazione etereloga), con una prima dose (già ricevuta) AstraZeneca e una seconda dose da attuare con sieri a mRna (Pfizer o Moderna) per tutti gli over-60. La circolare firmata dal direttore generale Prevenzione Gianni Rezza trasmette e conferma la determina del direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini, e il parere della Commissione tecnico scientifica dell’ente regolatorio nazionale, «in merito all’uso dei vaccini anti-Covid Comirnaty (Pfizer/BioNTech) e Moderna in schedula vaccinale mista (vaccinazione eterologa), nei soggetti di età inferiore ai 60 anni che abbiano già effettuato una prima dose con vaccino Vaxzevria (AstraZeneca)».
Con questo parere di fatto si sancisce che in considerazione del mutato scenario epidemiologico di ridotta circolazione virale, «sulla base di studi clinici pubblicati nelle ultime settimane, la Cts ha ritenuto, a fronte di un rilevante potenziamento della risposta anticorpale e un buon profilo di reattogenicità, di approvare il mix vaccinale: prima dose con Vaxzevria e seconda dose con Comirnaty o Moderna». Da ultimo, il Ministero e Aifa stabiliscono che la seconda dose di vaccino dovrà avvenire a distanza di 8-12 settimane dalla prima dose con AstraZeneca.
MIX VACCINI: È CAOS NELLE REGIONI
Sono circa 900mila i cittadini italiani under-60 interessati da questa circolare Aifa-Ministero Salute, con una fretta operativa dettata dalla buona riuscita della campagna vaccinale nel momento di forte apprensione per l’emergere della variante Delta (indiana). Studi recentissimi pongono la variante di fatto “innocua” per chi ha completato le due dosi di vaccino, mentre decisamente più contagiosa dopo una sola dose: per questo motivo si tenta di porre un freno al caos generato dal binomio AstraZeneca-over60, con non poche polemiche sollevate contro il Ministero della Salute per una comunicazione e gestione della problematica confusa e, a tratti, “schizofrenica”. Con questa circolare si tenta invece di dare una perentoria direzione agli ultimi mesi di campagna vaccinale, anche se le problematiche a livello regionali sono tutt’altro che minime: le Regioni hanno deciso al momento di andare in ordine sparso rispetto alla nota dell’Aifa, chi escludendo il mix di vaccini (Campania e Puglia, su base volontaria quest’ultima), chi richiedendo più dosi di vaccini mRna (Emilia Romagna e Lazio), chi invece come la Lombardia seguirà il Ministero ma specifica «i richiami di AstraZeneca interessati dalla vaccinazione eterologa e sospesi nel periodo 12-16 giugno, verranno effettuati a partire dal 17 giugno e si andranno a sommare ai richiami già previsti in quel periodo». Su un punto però i territori si dicono concordi e richiamano a gran voce l’attenzione del Ministro Speranza: con i vaccini a vettore virale (AZ e Johnson&Johnson) ormai marginali servono più dosi di Pfizer e Moderna per non rallentare la campagna e raggiungere l’immunità di gregge a settembre. Non solo, il gran “bailamme” degli scorsi mesi su AstraZeneca non ha certo aumentato la fiducia nei vaccini da parte di molti cittadini che ora vanno “ri-conquistati” mostrando loro l’assoluta necessità e garanzia di una vaccinazione completa a fronte delle nuove varianti di Covid-19 in arrivo.