Peppe Vessicchio, noto e stimato maestro musicale divenuto un emblema del Festival di Sanremo e di altri programmi televisivi a cui ha partecipato, fra cui il talent show di Canale 5, condotto da Maria De Filippi, ha parlato quest’oggi, martedì 15 giugno 2021, ai microfoni dell’Adnkronos, pronunciandosi sul tema migranti e riferendosi in particolare agli ultimi sbarchi avvenuti a Lampedusa, che hanno riacceso la polemica in Italia sugli approdi nel nostro Paese e sull’assenza di posizione da parte dell’Unione europea su questo argomento.
In particolare, il maestro Vessicchio ha asserito: “Non c’è dubbio che l’Italia per la sua posizione geografica sia terra di transito, di snodo e di attraversamento, ma è pur vero che il nostro Paese manca di coordinamento, pecchiamo nella gestione degli arrivi e l’Europa tace. Forse dovrebbe avere un occhio di riguardo per noi”. Una frecciata politica davvero d’autore quella che Vessicchio ha scagliato nei confronti dell’Ue, che da troppo tempo non sente (o non vuole sentire) gli allarmi e le richieste d’aiuto lanciate dall’Italia sul tema immigrazione.
PEPPE VESSICCHIO: “MIGRANTI? MOLTI DI LORO FANNO LAVORI UMILI”
Peppe Vessicchio, divenuto nuovo direttore della sezione Musica dell’hub culturale dell’Art Village, ha poi proseguito la sua disamina su uno degli argomenti indubbiamente più sentiti e più divisivi a livello di opinione pubblica in Italia. Il maestro ha rimarcato che purtroppo, a volte, con l’arrivo dei migranti si creano sacche di illegalità, ma è pur vero che “molti di questi ragazzi fanno lavori che noi italiani rifiutiamo, come la raccolta dei pomodori”. Per poi raccontare un aneddoto personale: “Mi è capitato una volta di essere insieme a un gruppo di ragazzi provenienti dall’Africa, ci univa in una comunione profonda la musica. Ci dividevano il calcio, il campanilismo e la religione”. Una precisazione doverosa, ora come non mai: in questo caso il razzismo e l’incomprensibile e inaccettabile odio connesso al colore della pelle o a una nazionalità non c’entrano. L’Italia chiede semplicemente che i migranti vengano ridistribuiti in maniera equa fra i Paesi dell’Unione europea: nulla di più.