Il professor Massimo Galli non crede ad un origine diversa da quella naturale per il Covid. Per il direttore delle Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano «è difficile pensare di poter attribuire la grande distribuzione» del coronavirus «negli animali, in particolare nei pipistrelli, ad un laboratorio e ipotizzare che sia la causa centrale del passaggio di specie». Galli ne ha parlato in audizione in commissione Affari sociali della Camera nell’ambito dell’esame della proposta di inchiesta parlamentare Formentini sull’istituzione di una commissione ad hoc in merito alle cause della pandemia e sulla congruità delle misure adottate dagli Stati e dall’Oms per evitarne la diffusione nel mondo. «Faccio veramente fatica a pensare che si tratti di qualcosa di scappato da un laboratorio e che si possa mai riuscire a provare questo concetto», ha proseguito Galli. Ha parlato infatti di «un virus sconosciuto che non ha segni di ingegneria genetica all’interno», anche se su questo aspetto sono emersi pareri discordanti nelle ultime settimane e nuove clamorose indiscrezioni. «Abbiamo una percentuale del 99% che la diffusione del virus sia un evento naturale», ha aggiunto Galli, che quindi concorda sulla maggiore attendibilità dell’ipotesi del virus naturale con gli altri colleghi auditi.
MASSIMO GALLI SU ORIGINE COVID: AUDIZIONE ALLA CAMERA
Sono stati infatti ascoltati anche Fausto Baldanti, responsabile del laboratorio di virologia molecolare della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia, Massimo Ciccozzi, docente di Epidemiologia e Statistica medica all’università Campus bio-medico di Roma e Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto nazionale Malattie infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma. Dunque, per Massimo Galli l’ipotesi che il coronavirus sia uscito dal laboratorio di Wuhan «non ha la benché minima base dal punto di vista scientifico per poter essere portata avanti». Non solo è un virus arrivato dalla natura, ma aveva pure «altissime probabilità di arrivare». Rispetto alla Sars del 2003 sono rimaste alcune condizioni di rischio, «in cui rapporto affollamento delle persone e il rapporto animale uomo, non si è sostanzialmente modificato in Cina». Per Galli proprio il fatto che è un virus naturale deve creare più timori. Bisognerebbe invece approfondire la gestione della pandemia. «Credo che dobbiamo capire come abbiamo risposto. Anche per fare molto meglio nel futuro e approfittare dei fondi per fare una sanità migliore». Riguardo l’origine del Covid, quindi, la questione è più politica che scientifica. «Non ho basi per dire se valga la pena di fare quello che stanno facendo già intelligence e altri», precisa Galli. «Se saltasse fuori l’animale che ha fatto da tramite ci toglierebbe i dubbi. Ma io credo sia stato più di un animale, come nella Sars».