I Carrera sono una band dalle sonorità tipiche del cantautorato italiano storico, le fondono però ad elementi ritmici ed elettronici contemporanei per arricchire il loro stile indie/pop più attuale e ricco di influenze. Hanno pubblicato, nell’aprile del 2021, i due brani “Casa” e “Resto a letto” con i quali hanno raccontato l’isolamento collettivo dell’individuo vissuto da ognuno di noi nei primi mesi di lockdown totale.
“C’è un evidente filo conduttore tra i due pezzi – hanno raccontato i Carrera in un’intervista per Indie Italia Magazine – La pandemia, purtroppo, ha segnato non solo l’economia, la salute e la socialità, ma anche l’animo di ciascuno di noi. E poiché l’arte è chiaramente una manifestazione emozionale, ecco che ‘Casa’ e ‘Resto a letto’ nascono da una riflessione su un periodo storico che difficilmente dimenticheremo”. Ma è il lato positivo quello su cui il gruppo si sofferma, ossia il riscoprire la propria intimità così unica da rivalutare le piccole cose quotidiane che possono trasformarsi in pura felicità.
La continua ricerca dei Carrera
In attesa di chiudere un disco entro la fine di quest’anno (“pandemia permettendo”), i Carrera non nascondono la mancanza di quell’odore della vecchia sala prove che nell’ultimo anno e mezzo hanno visto poco per lasciare spazio a incontri virtuali più sicuri, confronti in chat e registrazioni fatte a distanza per poi essere condivise in rete. “Veniamo dalla musica live e ciò che ci è mancato di più in questi ultimi mesi è stato incontrarsi, provare nuove sonorità mentre gli strumenti rombano all’unisono, l’emozione che nasce dalle improvvisazioni, gli errori, ripetere i brani decine di volte sino a trovarne la chiave ed il confronto a fine prova”, questa band (che in precedenza si chiamava Studio ’82) ama le sfide e tutti insieme credono fermamente nella musica come forma d’arte alla continua ricerca di innovazione e condivisione.
Incalzati da Indie Italia Magazine a nominare quali artisti butterebbero giù dalla torre e quali salverebbero, i Carrera non fanno nomi ma sacrificherebbero quel reggaeton e quella trap che “si sentono ripetere ad ogni stagione con lo stampo e con le stesse parole”. Magari solo così si riuscirà a dare il posto che meritano ai cantautori e a coloro che propongono novità diverse dal mainstream: “Pensate che così si potrà trovare un nuovo Bowie o un nuovo Battisti?”.